IL PRESIDENTE NAZIONALE ANPI CARLO SMURAGLIA SULLA RIFORMA DEL SENATO:
Ultimo giro per la riforma del Senato Con la votazione del testo, senza più discussione né voti su emendamenti, si conclude l’iter della Riforma del Senato. La scena della prima seduta parla da sola: i banchi semivuoti, tutte le opposizioni assenti. E’ l’esatto contrario di ciò che avrebbe voluto il legislatore costituente, anche con l’articolo 138: modifiche apportaste con largo consenso e non con una semplice maggioranza di Governo. Si conclude così un lungo e triste cammino. Dico triste perché una vera e approfondita discussione di merito non c’è stata e ciò che colpisce è la povertà degli argomenti addotti proprio dai sostenitori della Riforma. In una precedente seduta, definita “cruciale”, si sono approvate alcune modifiche, per venire incontro – si è detto – alle opposizioni e soprattutto alla minoranza del PD. Ma le modifiche sono state assolutamente inconsistenti anche se poi hanno ricevuto l’approvazione. Mi soffermo solo un momento sul famoso art. 2, oggetto di tante controversie e relativo alla “elezione” dei futuri Senatori. La semplice lettura del nuovo e definitivo testo lascia basiti. Si è aggiunto che i Senatori saranno eletti “in conformità della scelte espresse dagli elettori per i candidati Consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge, di cui al 6° comma”. Si va al comma 6 e si scopre che le modalità di attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato fra Consiglieri e Sindaci saranno determinate da una legge approvata da entrambe le Camere. Dunque, uno dei punti principale della Riforma, che dovrebbe costituire addirittura un evento storico è rinviato alla legislazione ordinaria. Fino ad allora il cittadino interessato non saprà in cosa consiste la elettività dei Senatori e tanto meno quale sia il significato di quella frase, effettivamente un po’ “vaga”, che vuole che i Senatori siano eletti “in conformità delle scelte espresse dagli elettori”. Si è mai visto nulla di simile in materia costituzionale? E coloro che votano tranquillamente questa riforma, si rendono conto che stanno votando su un guscio vuoto proprio in uno degli aspetti fondamentali? Era solo un esempio. 10 Comunque, varata la riforma, si passerà al referendum, che si svolgerà, a quanto pare, in ottobre. Peraltro non bisogna aspettare fino ad ottobre, ma bisogna muoversi subito per informare e chiarire ai cittadini, che dovranno votare con cognizione di causa. Avviamo insomma, la campagna referendaria nella quale, ha detto il Presidente del Consiglio, che “non si parlerà solo di contenuti”. E di cosa altro allora? Noi non votiamo per la sopravvivenza del Governo o per la sua caduta; ci impegniamo, con tutte le nostre forze, per cercare di impedire uno strappo alla Costituzione, che è anche uno strappo alla democrazia, o quantomeno, alla rappresentanza ed al completo esercizio della sovranità popolare. E sia chiaro: la battaglia può anche essere impegnativa, ma è tutt’altro che invincibile; e noi vogliamo vincere il referendum perché crediamo sia giusto e corrispondente alla volontà dei Costituenti. Per questo, dunque, da domani, anzi da oggi, tutti al lavoro!
In relazione alla vicenda “Rondolino”, pubblichiamo di seguito la presa di posizione del Comitato Nazionale ANPI riunitosi ieri 13 aprile 2016:
Il Comitato Nazionale dell’ANPI rileva che ancora una volta siamo di fronte ad un episodio rivelatore dell’imbarbarimento della politica. I fatti: il Presidente nazionale dell’ANPI, Carlo Smuraglia, in occasione della sua presenza al Congresso provinciale di Palermo, riceve la richiesta, da un corrispondente de “Il Fatto Quotidiano” , di concedere una breve intervista. Essa si svolge nei tempi rapidi disponibili e il giorno seguente viene pubblicata tale e quale, senza ulteriori commenti e con l’aggiunta di un “profilo” del Prof. Smuraglia, a lato. Questa semplice pubblicazione provoca l’indignazione del giornalista Fabrizio Rondolino, che scrive un articolo, sull’Unità, chiaramente diffamatorio per il presidente Smuraglia e per l’ANPI; l’articolo viene pubblicato, senza intervento alcuno del Direttore. A quest’ultimo si rivolge la Segreteria nazionale con una lettera, di cui si chiede la pubblicazione. Il Direttore risponde privatamente cercando di dissipare gli interrogativi posti nella lettera, ma non la pubblica. La lettera apparirà, in seguito, solo sul sito del quotidiano, in cui verrà ospitata anche una sorta di replica di Rondolino, che – senza fare alcun passo indietro – tenta di impartire una vera e propria lezione di “politica” all’ANPI. Viene anche proposta a Smuraglia, dal Direttore, un’intervista (ma su cosa? Per difendersi dagli insulti?), oppure un incontro; soluzioni palesemente improponibili se non precedute da un esplicito e pubblico chiarimento. Intanto, praticamente tutta l’ANPI (impossibile riportare gli innumerevoli e appassionati messaggi: citiamo per tutti gli ordini del giorno approvati nei Congressi provinciali di Milano, Genova e Roma e i comunicati del Comitato regionale della Sardegna e dei Comitati di Torino, Pisa, Palermo, Reggio Emilia, Varese e Bruxelles) insorge, protesta per l’attacco, non solo al suo Presidente, con cuisolidarizza, ma all’ANPI nel suo complesso. Innumerevoli sono le manifestazioni di solidarietà, anche personali, a Smuraglia. Importante il fatto che alcune di queste come quella che proviene da un Istituto dell’Università di Milano, giungano anche da Docenti in dichiarato dissenso rispetto alle opinioni del Presidente dell’ANPI in tema di Riforme. Ma l’Unità continua a tacere, non formula scuse per il vergognoso attacco e non pubblica altro. A questo punto il quadro è chiaro; gli interrogativi posti nel comunicato della Segreteria trovano tutti una risposta evidente. Non si tratta di un episodio casuale; vi è stato e vi è un inqualificabile attacco alla persona del Presidente Smuraglia, per conoscere il quale basta uno sguardo al suo curriculum; ma l’attacco non è di un singolo, è sostanzialmente condiviso dalla testata giornalistica che un tempo fu gloriosa e che ancora si permette di richiamarsi alla figura di Gramsci. Ed è un attacco a tutta l’ANPI. A tutto questo rispondiamo, con estrema fermezza, che nessuno riuscirà a frenare e tanto meno ad intimidire la nostra Associazione, che procederà per la via intrapresa, quella della difesa e della applicazione dei valori nati dalla Resistenza e trasfusi nella Carta costituzionale, oltreché dei valori morali tipici di una società civile. Ringraziamo tutti coloro che hanno manifestato solidarietà ed indignazione (non tutti e solo appartenenti all’ANPI), oltretutto perché ci confermano l’idea che sono ancora in tanti a non piegarsi e sottostare al conformismo e al degrado. Lavoreremo, dunque, anche per loro, per risanare l’Italia e per restituirle quella dignità e quella correttezza che troppo spesso appare smarrita. Perché tutti possano giudicare e valutare, abbiamo pubblicato sul nostro sito, sulla nostra pagina Fb e sull’odierna newsletter l’intervista del Presidente Smuraglia a “Il Fatto Quotidiano”, l’articolo di Rondolino sull’Unità e la lettera della Segreteria nazionale. Non abbiamo pubblicato la risposta del Direttore visto che la stessa Unità ha ritenuto di non farlo. Con ciò, per quanto ci riguarda, la polemica è chiusa. Anche se non la dimenticheremo. Continueremo ad impegnarci nella campagna referendaria e nella intransigentedifesa dei valori e dei principi costituzionali, con fermissima determinazione e nella convinzione altrettanto ferma che la dialettica politica debba sempre ispirarsi a criteri e metodi di democrazia e civiltà.
Il Comitato nazionale ANPI Roma, 13 Aprile 2016
Dott. D’Angelis, dopo l’inqualificabile articolo di Rondolino, di venerdì scorso, che ha provocato migliaia di prese di posizione indignate, di proteste, di manifestazioni di solidarietà in tutta Italia, in favore dell’ANPI, abbiamo atteso in questi giorni una qualsiasi dichiarazione dell’Unità, che chiarisse se si era trattato di un articolo sciagurato, scappato dalla penna di un giornalista, oppure di una posizione condivisa dal giornale, di attacco, non solo al Presidente Smuraglia, ma all’ANPI nel suo complesso. Non è arrivato nulla e allora si impongono alcune domande: come mai il Presidente Smuraglia, che fino a due o tre anni fa era richiesto di articoli e interviste da parte dei Direttori dell’Unità, è diventato d’improvviso quello che così bassamente viene 8 decritto nell’articolo? C’è un tentativo di delegittimazione, di Smuraglia e dell’ANPI, in relazione alle recenti posizioni assunte in tema referendario, se non addirittura un tentativo di alzare il tono della polemica e della discussione sulle Riforme, trascinandole ad un livello peraltro assai basso? Il silenzio fa pensare a tutto questo; e questo è foriero di tempesta: il Paese non ha bisogno di polemiche e di attacchi, e tantomeno di palesi oltraggi ai valori che l’ANPI rappresenta e che il Presidente Smuraglia ha rappresentato, al massimo livello in questi 5 anni di presidenza. In ogni caso stia certa, l’Unità, che non ci faremo intimidire e tanto meno ridurre al silenzio o rinunciare a manifestare con la consueta franchezza le nostre opinioni. Per il resto crediamo che i primi a giudicare una simile vicenda saranno, come è già avvenuto, molti lettori dell’Unità, che non intendono prestarsi a toni e campagne sciagurate. Per parte nostra conserveremo il ricordo non tanto dell’articolo di Rondolino, che non passerà certamente alla storia, quanto della solidarietà e della affettuosa partecipazione dei tanti che si sono schierati senza esitazione in favore dell’ANPI e del suo Presidente, esprimendo con ogni mezzo e con forza la loro profonda indignazione.
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI
Marisa Ombra
Marisa Ferro
Carla Argenton
Luciano Guerzoni
Andrea Liparoto
Paolo Papotti
Roma, 4 aprile 2016