Mauro, Cosimo
[Da S. Del Vecchio]
fu Raffaele e di Urso Elisa, n. a Brindisi il 27 aprile 1895, res. a Brindisi, coniugato con sei figli, venditore ambulante, ex combattente, comunista.
Arrestato il 19 aprile 1937 per avere partecipato ad una riunione in un locale di un caffè allo scopo di ascoltare le trasmissioni radiofoniche delle stazioni di Barcellona e Mosca.
Assegnato al confino per anni tre dalla CP di Brindisi con ord. dell’8 maggio 1937. La C di A con ord. del 2 luglio 1937 respinse il ricorso.
Sede di confino: Amantea. Liberato il 19 marzo 1940 per indulto.
Periodo trascorso in carcere e al confino: anni due, mesi undici, giorni 1.
Prese parte a tutte le manifestazioni sovversive ed antimilitariste verificatesi dopo la prima guerra mondiale e militò dapprima nel partito comunista (fu tra i fondatori del circolo giovanile comunista di Brindisi) e poi in quello socialista, dove fu consigliere della Camera del lavoro ed era noto con il nome di « Lenin ».
Nel 1927 fu proposto per l’ammonizione, ma poi fu solo diffidato. Per i suoi precedenti politici nel 1936 fu nuovamente proposto per l’ammonizione, ma poi fu solo diffidato.
Durante il periodo di confino fu raggiunto dalla famiglia.
Il 1° giugno 1938 fu condannato dal tribunale speciale a cinque anni di reclusione con la sottoposizione, ad espiata pena, alla libertà vigilata a causa dell’attività antinazionale spiegata dal 1933 in poi.
Assieme al Mauro e per lo stesso motivo furono confinati: Gabriele Cafueri, Giosuè Mauro, Pietro Vacca e, il 28 maggio, Eupremio Mautarelli; ammonito: Cosimo Quarta.
(b. 647, cc. Ili, 1937-1940, 1957).
[ Massara]
da Mario Dilio Bari 1977:
Scheda autobiografica del militante comunista
Cosimo Mauro fu Raffaele.
— dal 1910 entrai a far parte nel movimento giovanile socialista; il 26 giugno 1915 fui arrestato con altri compagni per la settimana rossa per aver esposto la bandiera abbrunata. Dopo un mese di carcere feci un anno di sorveglianza.
Nel 1916 fui nominato segretario del Circolo Giovanile fino al 1919.
Nel 1920 passai, con altri compagni, nella Sezione Adulti del Psi per l’età raggiunta.
Nello stesso anno fui nominato gerente responsabile del giornale il Martello.
Il Partito nel 1920 lanciò un appello a tutte le sezioni di fare propaganda in mezzo ai soldati, affinché non partissero per l’Albania; la sera del 29 giugno dello stesso anno gran parte di quei soldati si rifiutarono di partire e successe un’intensa sparatoria tra soldati Arditi e Carabinieri.
Per questi fatti imbastirono un processo, nel quale fui incluso anche io e condannato ad un anno di reclusione, estinto per amnistia.
Nella scissione del Psi del 1921, votai la mozione Maffi.
Nel 1926 risposi alla Commissione per il confino di polizia e venni da questa diffidato. Nello stesso anno per misure di P. S. due volte arrestato.
Nel 1928 una volta arrestato, e nel 1929 risposi davanti alla Commissione per il confino di polizia e fui da questa nuovamente diffidato.
Nel 1932 aderii al Pci e fui organizzalo nel movimento clandestino con l’incarico di componente il Comitato Brindisino di Partito, di cui faceva parte Ostuni Teodoro e Scanni Antonio (3 elementi).
Nel 1937 fui arrestato e risposi alla Commissione per il confino e fui condannato a tre anni di contino ad Amantea.
Nello stesso anno per accusa fattami alla polizia (Ovra) dal compagno Giuseppe Ribezzi fu Antonio risposi al tribunale speciale di Roma, dal quale fui condannato a cinque anni di reclusione, con sorveglianza di polizia indeterminata. Da rilevare che ero già al confino di polizia da sei mesi, quando venni mandato a Brindisi con dodici giorni di licenza per lo sgravo di mia moglie.
Prima dello scadere della licenza, venni arrestato, perché il compagno Ribezzi, già arrestato nell’agosto, quando io ero al confino, aveva cantato nel carcere di Bari, provocando il mio arresto il 26 settembre 1937.
Messo al confronto per due volte con il Ribezzi lo stesso manteneva ferma la sua accusa, affermando che io gli avevo passato la stampa c lo avevo incaricato di organizzare una cellula. Malgrado i richiami del compagno Ostuni Teodoro, nel carcere di Roma, il compagno Ribrezzi Giuseppe si rifiutò di ritrattare l’accusa fattami e la confermò di fronte al tribunale speciale, giustificandosi col dire ad Ostuni, che ormai aveva trovato il fatto compiuto.
Nel 1940 uscii dal carcere per l’amnistia e scontai ancora due anni di sorveglianza speciale.
Dopo il 25 luglio 1943, con la caduta del governo fascista, collaborai con il compagno De Tommaso per ricostituire le cellule comuniste in Brindisi e divenni membro del Comitato Direttivo della Sezione Unità. In seguito presi l’incarico di diffusore provinciale della nostra Stampa. Nel 1945 furono costituite sei sezioni del Pci e divenni Segretario della Sezione Lenin.
Nel 1946 tre di queste sezioni furono sciolte ed assorbite dalle altre tuttora esistenti e cioè: Marx, Gramsci, Prampolini; ed io divenni il segretario di una cellula della Sezione C. Marx.
Attualmente membro del Comitato Direttivo della Sezione Carlo Marx con l’incarico di Addetto Quadri e Assistenza.
Possono far fede di quanto asserito sopra, per il periodo dal 1910, i compagni: Chirico Giovanni, Balestra Oronzo, Ostuni Teodoro, De Tommaso Giuseppe e i compagni socialisti Andriani, Sardelli, Felice Assennato. Per il periodo legale, fanno fede gli atti interni di Partito.
In fede Mauro Cosimo