l’ANPI di Brindisi in occasione del il 25 aprile ricorda alcuni suoi figli caduti per la Libertà

l’ANPI di Brindisi in occasione del il 25 aprile ricorda le medaglie d’oro e d’argento della propria terra

Orlando De Tommaso

Nato ad Oria (Brindisi) nel 1897, caduto alla Magliana (Roma) il 9 settembre 1943, ufficiale, Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Capitano dei carabinieri, De Tommaso comandava la 4a Compagnia del II Battaglione allievi CC di stanza a Roma. Il giorno dopo l’armistizio, mentre deboli reparti dei “Granatieri di Sardegna” contrastavano paracadutisti tedeschi alla periferia della Capitale, la 4a Compagnia CC fu mandata di rinforzo alla Magliana. De Tommaso cadde alla testa dei suoi uomini, nel vano tentativo di fermare l’avanzata tedesca verso Roma. La massima ricompensa al valore, è stata conferita all’ufficiale con questa motivazione: “Comandante di compagnia allievi carabinieri impegnata per la difesa della capitale, nella riconquista di importante caposaldo che truppe tedesche avevano strappato dopo sanguinosa lotta a reparto di altra arma, mosse all’attacco con slancio superbo, trasfondendo nei suoi giovanissimi gregari grande entusiasmo ed alto spirito combattivo. Dopo tre ore di aspra ed alterna lotta, in un momento decisivo delle sorti del combattimento, per trascinare il suo reparto inchiodato dal fuoco nemico a poche centinaia di metri dall’obiettivo e lanciarlo contro l’ultimo ostacolo, non esitava a balzare in piedi allo scoperto, sulla strada furiosamente battuta, affrontando coscientemente il supremo sacrificio. Colpito a morte da una raffica di arma automatica, cadeva gridando ai suoi carabinieri: “Avanti! Viva l’Italia”. Il suo grido e il suo olocausto, galvanizzando il reparto, lo portarono d’impeto, in una nobile gara di eroismi, alla riconquista dell’obiettivo”. Una via della Capitale è stata intitolata al valoroso ufficiale. Porta il suo nome, in via Carlo Alberto Dalla Chiesa, anche la caserma nella quale ha sede la Legione Allievi Carabinieri.

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Antonio Vincenzo Gigante

Nato a Brindisi il 5 febbraio 1901, scomparso a Trieste nel novembre del 1944, operaio e dirigente sindacale e politico, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.

Quella di Antonio Gigante è una tra le più luminose figure dell’antifascismo e della Resistenza italiane. Operaio, militante nella Gioventù socialista, non aveva ancora vent’anni quando fu arrestato per la prima volta a Brindisi per aver preso parte (nel 1919), alle manifestazioni a sostegno dei soldati che rifiutavano di imbarcarsi per la Libia. Sottoposto a libertà vigilata e vessato dai fascisti, nel settembre del 1922 si trasferì a Roma, trovandovi lavoro come operaio edile. Fu presto eletto, per la sua perizia nelle trattative sindacali, membro del Comitato direttivo della Lega e quindi segretario del Sindacato provinciale degli edili. Dopo la “marcia su Roma” fu responsabile del lavoro sindacale nel Partito comunista romano (si era iscritto al partito nel 1921), e nella primavera del 1923, col fascismo già imperante, riuscì a portare in piazza 18 mila edili della Capitale in sciopero contro il carovita. L’anno successivo Gigante fu, durante la crisi aventiniana, tra i principali organizzatori dello sciopero antifascista e delle manifestazioni romane. Nel 1925, dopo essere riuscito ad assicurare l’uscita di due numeri del Comunista, fu costretto a riparare in Unione sovietica, dove frequentò l’Università leninista. Vi rimase due anni. Nel 1927 Gigante è a Parigi, membro della Direzione nazionale della Confederazione generale del lavoro. Dalla Francia passa a più riprese clandestinamente in Italia, per organizzarvi la lotta antifascista e il movimento sindacale. Nel 1929 viene arrestato e processato in Svizzera (a Basilea c’era allora il Centro estero del Partito comunista, che si sarebbe poi spostato a Parigi), insieme a Grieco, Dozza, Secchia ed altri, ma, come i suoi compagni, rimane in carcere pochi giorni. Nel 1933 Gigante entra a far parte del Comitato centrale del Partito comunista e lo stesso anno viene arrestato durante una missione a Milano. Finisce davanti al Tribunale speciale che, nell’ottobre del 1934, lo condanna a venti anni di carcere. Nel ’42 viene confinato nell’isola di Ustica. Il 25 luglio del 1943 coglie Gigante nel campo di concentramento di Renicci presso Anghiari, dove sono internati altri antifascisti, tra cui numerosi sloveni. Sembra l’ora della libertà, ma dal governo Badoglio non arriva l’ordine di scarcerazione. I detenuti pazientano sino all’8 settembre, quindi, guidati da Antonio Gigante, si ribellano alle guardie ed evadono. Gli evasi tentano di spingersi a Sud per raggiungere il fronte ed unirsi agli Alleati, ma non riescono nel loro intento e sono costretti a ritornare indietro. Gigante e i suoi attraversano la Romagna, costeggiano l’Adriatico, raggiungono il Veneto e Trieste. In Istria, Gigante è tra i primi organizzatori di formazioni partigiane. Combattendo con esse si spinge in Dalmazia e qui, in rappresentanza dei comunisti italiani, tratta con quelli jugoslavi gli accordi per la immediata lotta comune contro i nazifascisti accantonando le questioni territoriali. Su decisione del PCI, Gigante passa alla direzione del partito a Trieste, ma qui, in seguito a delazione, viene arrestato. Torturato, non si piega davanti ai suoi aguzzini. Si ignorano il luogo, la data e le circostanze precise della morte di Antonio Gigante: si suppone che sia stato eliminato nella Risiera di San Sabba, tanto che, per decisione unanime della Commissione del Civico museo, il 5 febbraio 2008, all presenza della figlia Miuccia, nella Risiera è stata scoperta una lapide che dice: “Vincenzo Antonio Gigante – detto “Ugo” – nato a Brindisi il 5 febbraio 1901 – assassinato nella Risiera di San Sabba – nel novembre 1944 – dirigente comunista – comandante partigiano – medaglia d’oro della Resistenza – a memoria del suo sacrificio”. Nella città natale, Gigante è ricordato da una lapide con epigrafe di Concetto Marchesi: “Antonio Vincenzo Gigante – operaio organizzatore partigiano – medaglia d’oro – caduto a Trieste nel novembre 1944 – nella galera fra le torture – con la morte testimoniò ai carnefici fascisti – la indomabile forza – e la certa vittoria del popolo lavoratore – L’Amministrazione democratica e popolare – del Comune di Brindisi – al glorioso concittadino in ricordo di tanto eroismo – 7 dicembre 1952”.

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Giovanni Mario Gasco

Nato a Brindisi, nel 1904. Già capitano dei complemento dei CC. Della Divisione Acqui. Decorato con Medaglia d’Argento.

“Comandante la compagnia dei carabinieri si schierava decisamente tra i propugnatori della lotta per l’onore delle armi. volontariamente accorreva in soccorso di un battaglione riuscendo a riorganizzare i pochi superstiti e mantenere le posizioni in attesa di rinforzi. Catturato dai tedeschi affrontava la fucilazione con serena dignità, lieto di cadere pur di lasciare un nome incontaminato ai suoi cinque figli.

[ Ministero ella Guerra San Teodoro Cefalonia, 24 settembre 1943”.]


 

Antonio Ayroldi

Di anni 37. Nato il 10 settembre 1906 ad Ostuni, in provincia di Brindisi.  Arruolatosi volontario nel Regio esercito italiano nel dicembre 1925, frequenta con profitto la scuola per allievi sottufficiali di Roma, al termine della quale è aggregato al 71º Gruppo aeroplani osservazione aerea. Nel 1939 entra all’Istituto superiore di guerra di Torino. Inviato in Africa settentrionale nel febbraio del 1941, prende parte alle battaglie di Tobruk, Marsa Matruk ed El-Alamein. Decorato per meriti sul campo con la croce al valor militare italiana e la croce di ferro tedesca, nel 1943 viene rimpatriato ed assegnato allo Stato Maggiore, a Roma. Dopo l’armistizio rifiuta di aderire alla Repubblica sociale italiana (R.S.I..) e trova rifugio alla clinica Villa Bianca Maria. Collegatosi con il Fronte militare clandestino di Montezemolo, entra nelle fila della formazione comandata dal colonnello Ezio De Michelis con compiti di collegamento e trasporto d’armi e di munizioni. Il 2 marzo 1944, durante un incontro con 3 partigiani, Ayroldi viene sorpreso ed arrestato dalle SS, che lo trovano in possesso di alcuni documenti falsi e di un’ingente somma di denaro. Immediatamente tradotto nelle carceri di Via Tasso, subisce numerosi interrogatori e torture, prima di essere fucilato alle Fosse Ardeatine assieme ad altri 334 detenuti.

[INSMLI – Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia]

 

Pompilio Faggiano

Nato a San Donaci (Brindisi) il 4 giugno 1916. Figlio di Vincenzo e di Sturdà Vita Maria. Militare coniugato con due figli.

Medaglia d’argento al Valor Militare alla memoria, con la seguente motivazione:

“Repubblica Italiana Ministero della Difesa. Roma 20 maggio 1948. Volontario per una missione di guerra in territorio italiano occupato dal nemico, veniva aviolanciato [sbarcato] nelle retrovie avversarie.

Arrestato nell’adempimento del dovere sopportava serenamente lunghi mesi di prigionia. Inviato in un campo di concentramento dell’Italia settentrionale vi cadeva vittime delle barbarie tedesche. Italia settentrionale, 28 febbraio 1944 – 19 settembre 1944.”

particolare del disegno realizzato dal Liceo Artistico Statale "E. Simone"

Sabato 25 gennaio 2014 Sala Consiliare del Comune di Bari cerimonia per il 70° anniversario del primo Congresso dei CLN

70° Anniversario

Congresso di Bari dei CLN del 28 e 29 gennaio 1944.

Sala Consiliare del Comune di Bari

Sabato 25 gennaio 2014

Organizzato da: l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, il Comune di Bari, l’ Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea “Tommaso Fiore”, e Istituto Campano per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea “Vera Lombardi”

con la collaborazione dell’Istituto Nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia, e la CGIL Camera del Lavoro di Bari

Ore 9,00

Saluti Istituzionali

Antonio Nunziante, Prefetto di Bari

Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia

Onofrio Introna, Presidente del Consiglio Regionale

Francesco Schittulli, Presidente Amministrazione Provinciale

 

Ore 9,30

Apertura dei lavori

Michele Emiliano, Sindaco di Bari

Marta Herling, Istituto italiano studi storici

Gerardo Marotta, Istituto italiano studi filosofici

Giovanni Battafarano, ANPI nazionale

Pino Gesmundo, CGIL Camera del Lavoro di Bari

Francesco Giustino, Fondazione cultura e cooperazione europea

 

Ore 10,15

Relazioni

Guido D’Agostino, Università di Napoli Federico II e Presidente ICSR

Luigi Masella, Direttore Dipartimento Fless Università di Bari Aldo Moro

Vito Antonio Leuzzi, IPSAIC

Letture a cura degli studenti dei Licei Classici “Socrate” e “Orazio Flacco” di Bari

Ore 12,00

Canti che hanno fatto l’Italia “… a conquistare la rossa primavera…” Coro Antiphonia diretto da Francesco Lucatuorto

Con l’adesione dell’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea, Dipartimento Fless Università di Bari Aldo Moro, Istituto italiano per gli studi storici di Napoli, Istituto Italiano per gli studi filosofici di Napoli, Fondazione di cultura e cooperazione europea, Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, Biblioteca Consiglio regionale della Puglia, Fondazione “Giuseppe Di Vagno”, Fondazione “Gramsci di Bari”, “Associazione Casa Di Vittorio”, Associazione mazziniana italiana di Bari, Liceo Classico “Socrate”, Liceo Classico “Orazio Flacco” Istituto studi filosofici e scientifici “G. Tarantino” Gravina.

 


Ringraziamenti dell’ANPI di Brindisi a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della Mostra documentaria Sovversivi 1900-1943.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Ttu7RVXmHyM[/youtube]

 

Pubblicato in data 24/nov/2013 Il video è stato realizzato per la mostra documentaria “Sovversivi 1900-1943” promossa e organizzata dall’Archivio di Stato di Brindisi e ANPI Brindisi Palazzo Nervegna Brindisi 22 novembre 2013- 9 gennaio 2014.
Ideazione: Associazione AB² – Luoghi di educazione attraverso l’arte. Testi: Vincenza Lodeserto Voci recitanti: Martina Barbagallo, Sara Dadamo, Lorenza Picoco, Federica Viola del Liceo “Ettore Palumbo” di Brindisi. Realizzazione: Emiliano Leo con Chiara Di Presa, Paola Selicato,Sveva Solimene del Liceo Artistico “Edgardo Simone” di Brindisi. Editing: Emiliano Leo

 

A nome del Comitato provinciale dell’ANPI di Brindisi ringrazio tutti coloro che hanno  contribuito alla riuscita della iniziativa  del 22 novembre 2013 che ha inaugurato la Mostra  Sovversivi  1900-1943 a palazzo Granafei – Nervegna.

Innanzitutto si  ringrazia l’Amministrazione Comunale  che ha  dimostrato una sensibilità particolare e dato un sostegno concreto ai temi della salvaguardia della memoria democratica ed antifascista del nostro territorio. Tale azione ha permesso, negli ultimi anni, che  simili iniziative divenissero patrimonio dell’intera collettività e momento di crescita civile e culturale  per le nuove generazioni.

Si ringrazia tutto Il personale  dell’Archivio di Stato di Brindisi, con cui l’ANPI da anni trova il massimo di collaborazione, di competenza e professionalità, l’Archivio di Stato è il  punto di riferimento e luogo di eccellenza   per la costruzione di progetti di ricerca sulla storia locale per valorizzare il patrimonio di documenti della città e del territorio.

Si ringrazia il prof Vitantonio Leuzzi  che a nome dell’ L’ANPI Regionale pugliese e l’IPSAIC  (Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea) ha svolto la sua articolata  ricostruzione storica, nel solco di una disponibilità sempre pronta  in questa come in precedenti iniziative dell’ANPI di Brindisi.

Si ringrazia per la novità in questa terza mostra l’apporto e  la partecipazione di studenti e professori  del liceo linguistico “E. Palumbo” e  del liceo artistico “E. Simone” che attraverso l’Associazione “AB2-Luoghi di educazione attraverso l’arte” hanno curato gli allestimenti speciali, e i supporti didattici vari e in particolare  con n una performance teatrale  tanto apprezzata che ha  già prodotto delle richieste di replica anche al di fuori della città di Brindisi.

Ricordiamo che il rapporto tra ANPI, Archivio di Stato, Comune di Brindisi è parte integrante del progetto “Prova di Democrazia” che da anni coinvolge il personale insegnate e gli studenti delle scuole superiori brindisine, con l’augurio che sia un elemento integrato  alle attività didattiche dei ragazzi,   che contribuisca, fornendo informazioni sulla storia delle radici democratiche locali, alla  crescita culturale, civica e democratica  delle nuove generazioni alle quali  è affidato il futuro della nostra città.

Ringraziamo anche la presenza di alcuni figli e parenti di quei sovversivi citati nella Mostra. È impegno dell’ANPI  raccogliere e valorizzare il loro contributo di documenti e di memoria  tali da dare una dimensione particolare alle sofferenze e alle battaglie che contraddistinsero  la vita e i sacrifici dei loro parenti.

Donato Peccerillo

Presidente  Comitato Provinciale ANPI ( Associazione  Nazionale  Partigiani d’ Italia) di Brindisi

 

 

 

Cancellare subito lo scandalo della Bossi-Fini. Aderisce all’appello Carlo Smuraglia Presidente Nazionale dell’ANPI

 

Cancellare subito lo scandalo della Bossi-Fini

di STEFANO RODOTÀ

Le terribili tragedie collettive sono ormai diventate grandi rappresentazioni pubbliche, che vedono tra i loro attori i rappresentanti delle istituzioni, ben allenati ormai nel recitare il ruolo di chi deve dare voce ai sentimenti di cordoglio, dire che il dramma non si ripeterà, promettere che “nulla sarà come prima”. Il pellegrinaggio a Lampedusa era ovviamente doveroso, arriverà anche il presidente della Commissione europea Barroso, si è già fatta sentire la voce del primo ministro francese perché sia anche l’Unione europea a discutere la questione. Sembra così che sia stata soddisfatta la richiesta del governo italiano di considerare il tema in questa più larga dimensione, guardando alle coste del nostro paese come alla frontiera sud dell’Unione.

 

Attenzione, però, a non operare una sorta di rimozione, rimettendoci alle istituzioni europee e non considerando primario l’obbligo di mettere ordine in casa nostra. Lunga, e ben nota da tempo, è la lista delle questioni da affrontare, a cominciare dalla condizione dei centri di accoglienza dove troppo spesso ai migranti viene negato il rispetto della dignità, anzi della loro stessa umanità. Ma oggi possiamo ben dire che vi è una priorità assoluta, che deve essere affrontata e che può esserlo senza che si obietti, come accade per i centri di accoglienza, che mancano le risorse necessarie. Questa priorità è la cosiddetta legge Bossi-Fini.

 

La Bossi-Fini è quasi un compendio di inciviltà per le motivazioni profonde che l’hanno generata e per le regole che ne hanno costituito la traduzione concreta. Per questa legge l’emigrazione deve essere considerata come un problema di ordine pubblico, con conseguente ricorso massiccio alle norme penali e agli interventi di polizia. All’origine vi è il rifiuto dell’altro, del diverso, del lontano, che con il solo suo insediarsi nel nostro paese ne mette in pericolo i fondamenti culturali e religiosi. Un attentato perenne, dunque, da contrastare in ogni modo. Inutile insistere sulla radice razzista di questo atteggiamento e sul fatto che, considerando pregiudizialmente il migrante irregolare come il responsabile di un reato, viene così potentemente e pericolosamente rafforzata la propensione al rifiuto. Non dimentichiamo che a Milano si cercò di impedire l’iscrizione alle scuole per l’infanzia dei figli dei migranti irregolari, che si è cercato di escludere tutti questi migranti dall’accesso alle cure mediche, pena la denuncia penale.

 

In questi anni sono stati soltanto i pericolosi giudici, la detestata Corte costituzionale, a cercar di porre parzialmente riparo a questa vergognosa situazione, a reagire a questa perversa “cultura”. Già nel 2001 la Corte costituzionale aveva scritto che vi sono garanzie costituzionali che valgono per tutte le persone, cittadini dello Stato o stranieri, “non in quanto partecipi di una determinata comunità politica, ma in quanto esseri umani”, sì che “lo straniero presente, anche irregolarmente, nello Stato ha il diritto di fruire di tutte le prestazioni che risultino indifferibili e urgenti”. Un orientamento, questo, ripetutamente confermato negli anni seguenti, motivato riferendosi all'”insopprimibile tutela della persona umana”.

 

Le persone che ci spingono alla commozione, allora, non possono essere soltanto quelle chiuse in una schiera di bare destinata ad allungarsi. Sono i sopravvissuti che, con “atto dovuto” della magistratura”, sono stati denunciati per il reato di immigrazione clandestina. Di essi non possiamo disinteressarci, rinviando tutto ad una auspicata strategia comune europea. I rappresentanti delle istituzioni, presenti a Lampedusa o prodighi di dichiarazioni a distanza, non possono ignorare questo problema, mille volte segnalato e mille volte eluso. Così come non possono ignorare il fatto che lo stesso soccorso “umanitario” ai migranti in pericolo di vita è istituzionalmente ostacolato da una norma che, prevedendo il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, fa sì che il soccorritore possa essere incriminato. A tutto questo si aggiunge la pratica dei respingimenti in mare, anch’essa illegittima e pericolosa per i migranti, sì che non deve sorprendere che proprio in questi giorni il Consiglio d’Europa abbia definito sbagliate e pregiudizievoli le politiche italiane nella materia dell’immigrazione.

 

L’unica seria risposta istituzionale alla tragedia di Lampedusa è l’abrogazione della legge Bossi-Fini, sostituendola con norme rispettose dei diritti delle persone. Contro una misura così ragionevole e urgente si leveranno certamente le obiezioni e i distinguo di chi invoca la necessità di non turbare i fragili equilibri politici, di fare i conti con le varie “sensibilità” all’interno dell’attuale maggioranza. Miserie di una politica che, in tal modo, rivelerebbe una volta di più la sua incapacità di cogliere i grandi temi del nostro tempo. Siano i cittadini attivi, spesso protagonisti vincenti di un'”altra politica”, ad indicare imperiosamente quali siano le vie che, in nome dell’umanità e dei diritti, devono essere seguite.

Non è degna di un paese civile una legge che accusa di clandestinità i sopravvissuti di una tragedia e che accusa di complicità i soccorritori. Cancelliamo lo scandalo della legge Bossi-Fini.

L’ANPI di Brindisi aderisce alla raccolta di firme sull’appello di Rodotà pubblicato su la Repubblica

Sottoscrivo l’appello con assoluta e ferma convinzione che occorre compiere al più presto un atto di giustizia e di umanità contro ogni violazione dei diritti umani e contro ogni forma, diretta e indiretta, esplicita o implicita, di razzismo.Un Paese civile non può tollerare ancora lo scempio e i drammi che avvengono sotto i nostri occhi. Ed è tempo anche di riconoscere lo jus soli perché la parola “accoglienza” acquisti finalmente un significato concreto ed esteso. Lo richiede, più di ogni altra cosa, la nostra coscienza civile“.

Carlo Smuraglia Presidente Nazionale dell’ANPI

Il 25 aprile tutti in piazza per l’Antifascismo e la Costituzione appello nazionale

Il 25 aprile cade in un momento di gravissima crisi per il Paese: pesante instabilità economica, un livello occupazionale mai così basso, una situazione che costringe molte famiglie addirittura al livello della disperazione, uno scenario politico segnato da una devastante confusione, da una forte caduta di valori e infine da una diffusa rabbia sociale – derivante da una pesante incertezza del futuro – che spesso si traduce in atti e linguaggi di preoccupante violenza.

Il 25 aprile cade, quindi, a dettare un sentiero di profonda inversione di rotta e solida ricostruzione: diritti, partecipazione. Il sentiero della Costituzione – ancor’oggi disapplicata e ignorata quando non avversata – unica garanzia di un Paese libero, civile e cosciente, un Paese, è il caso di dirlo e sottolinearlo, normale. La festa della Liberazione cade a liberarci dalla tentazione di tirarsi fuori, affidare il timone delle scelte e della guida pubblica alla casualità; a liberare il futuro da interessi personali e tentativi di riedizioni di pratiche e culture politiche che hanno mortificato, diviso e gettato nella disgregazione l’Italia. E’ soprattutto un monito contro ogni forma di degenerazione morale e politica e contro ogni rischio di populismo e autoritarismo.

L’Italia ha bisogno di un governo democratico e stabile, di un Parlamento che funzioni nella serietà e nella trasparenza, di una politica “buona”, di organi di garanzia che fondino la loro autorevolezza sul richiamo ai valori della Costituzione nata dalla Resistenza.

Il 25 aprile è un grande richiamo alle cittadine e ai cittadini a tornare ad incontrarsi, riflettere insieme: in una parola a partecipare e ridare ossigeno a una democrazia sempre più calpestata. E un monito a chi ha il dovere costituzionale di amministrare e di garantire diritti: non sono più tollerabili condotte che non siano trasparenti e responsabili; non è più sostenibile una situazione di disuguaglianza, di incertezza e di recarietà.

Auspichiamo una Festa grande, celebrata in tutti i Comuni, un’infinita Piazza che rimetta in moto la speranza e ridisegni il volto del Paese nel solco delle sue radici autentiche: antifascismo e Resistenza.

L’ANPI sarà in campo, e lavorerà a fianco delle cittadine e dei cittadini, per compiere questo decisivo percorso, con passione e rinnovata  energia: l’ANPI è la forza dei suoi giovani, della sua nuova stagione per la democrazia.

Una stagione di piena e straordinaria Liberazione.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA – ANPI

 

Su Brindisi sta calando il silenzio – Proposta:un Memorial per Melissa

Su Brindisi sta calando il silenzio, ma confidiamo nel fatto che la giustizia farà il suo corso. Siamo vicini a quei ragazzi e a quei docenti che in quella scuola hanno vissuto direttamente una tragedia che non potranno dimenticare. Aiutiamoli a resistere, a recuperare, a ritrovare serenità e fiducia

Sta calando il silenzio, ma spero non l’attenzione su questa gravissima vicenda, che non dobbiamo archiviare o dimenticare. La giustizia faccia il suo corso e spero proprio che riesca a trovare le matrici, il movente, i colpevoli. Smettiamo con le ipotesi e lasciamo lavorare chi di dovere. Restano i problemi umani. Una ragazza non c’è più e possiamo immaginare il dolore dei suoi, inestinguibile. Un’altra sta lottando contro il male e siamo angosciati per lei, sperando non solo che ne esca ma anche che ne esca bene, viste le gravi ustioni che ha subito. Siamo vicini anche a tutti quelli, ragazzi e docenti, che in quella scuola hanno vissuto direttamente una tragedia che non potranno dimenticare. Aiutiamoli a resistere, a recuperare, a ritrovare serenità e fiducia.

Presidente nazionale ANPI Carlo Smuraglia

fiaccolata del 23 maggio
Brindisi fiaccolata del 23 maggio23 maggio

 

fiaccolata del 23

 

studenti manifestazione 26 maggio

 

 

 

studenti a Brindisi il 26 maggio

 

26 maggio studenti

 

manifestazione di studenti a Brindisi 26 maggio

 

26 maggio Brindisi studenti

Proposta di un Memorial per Melissa e le vittime della strage di Brindisi.

Concorso Internazionale di idee per erigere un Memorial dedicato a Melissa Bassi, alla strage di Brindisi del 19 maggio 2012 e a tutte le indifese vittime della violenza.

L’ANPI lancia la proposta per la costituzione di un comitato promotore per la campagna di raccolta fondi da attivare con un conto corrente apposito.

L’ANPI BRINDISI propone alla città ed il territorio di erigere un Memorial dedicato a Melissa Bassi, alla strage di Brindisi del 19 maggio 2012 e a tutte le inermi vittime della violenza (o delle barbarie).

A seguito dell’efferato attentato alla scuola di Brindisi l ‘ANPI suggerisce la realizzazione di un segno culturale e artistico duraturo nel tempo che sia da monito alle future generazioni e pertanto rivolge un appello al mondo della scuola e agli studenti, alle associazioni, al mondo sindacale e alle forze politiche, ai cittadini affinché il tributo di sangue pagato innanzitutto dalla povera Melissa Bassi e le cicatrici indelebili lasciate nel corpo e nella mente delle giovani sue compagne siano ricordate nelle idee e nelle forme per una crescita civile del territorio.

Luoghi appropriati ad ospitare un Memorial .

A) Innanzi alla stessa scuola

B) il parco Di Giulio che l’amministrazione civica vorrebbe intitolare a Melissa Bassi:

il primo perché intimamente legato al luttuoso evento; il secondo perché prevalentemente frequentato da centinaia di giovani.

Nella scelta della realizzazione di un tale monumento dovrà imporsi una valutazione rigorosa e competente, fuori d’ogni retorica, che sia altamente rappresentativa della strage di Brindisi del 19 maggio 2012 e di tutte le vittime della violenza bruta; un Memorial che sia adeguato nei linguaggi artistici della contemporaneità a comunicare tanto alle attuali quanto alle future generazioni il valore della vita e i desideri dei giovani, i sensi della solidarietà, della legalità e dei principi democratici e che sia, in ugual modo, d’insegnamento e d’esortazione a condannare senza se e senza ma l’odio, la follia criminale, le logiche mafiose, il sopruso ideologico, la discriminazione di genere ed il razzismo.

Se il Memorial dedicato a Melissa Bassi, alla strage di Brindisi del 19 maggio 2012 e a tutte le inermi vittime della violenza (o delle barbarie) sarà, dovrà essere innanzitutto il monumento di tutti, non solo e innanzitutto della comunità scolastica, della comunità e del territorio ma di tutti i territori del Mediterraneo, d’Europa , del Mondo.

L’ANPI BRINDISI auspica che la collettività accolga e condivida questa proposta, che partendo da un terribile fatto di cronaca diverrà Storia e perciò motivo di alta espressione pedagogica. Pertanto, per non prestarsi a improvvisazioni e pressappochismi e affinché il Memorial dedicato a Melissa Bassi, alla strage di Brindisi del 19 maggio 2012 e a tutte le inermi vittime della violenza (o delle barbarie) sia un momento di elevata rappresentatività e civiltà, ha nelle scorse giornate avviato contatti con strutture di ricerca universitaria qualificate che possono con dedizione offrire tutte le competenze del caso per individuare punti di sintesi e concretezza della proposta.

Un Memorial dedicato a Melissa Bassi, alla strage di Brindisi del 19 maggio 2012 e a tutte le inermi vittime della violenza (o delle barbarie) potrà essere progettato attraverso un concorso per idee internazionale aperto in grado di selezionare tra molteplici idee sia dei ragazzi delle scuole, sia agli artisti di professione .

il comitato provinciale dell’ANPI di Brindisi

 

 

ANPI DI BRINDISI sul criminale attentato contro le alunne dell’istituto Morvillo Falcone

PER NON DIMENTICARE –  Fiaccolata a BRINDISI  il 23 MAGGIO alle  ore 17,00. La manifestazione avrà inizio con il raduno presso l’Istituto Morvillo-Falcone, corteo per le vie cittadine e si concluderà in PIAZZA SANTA TERESA.

 

 

L’ANPI di Brindisi condannato il vile attentato ed esprimendo la sua solidarietà alle vittime , ai loro famigliari, ai docenti della scuola colpita , al comune di Mesagne da cui provenivano le vittime e i giovani di questo territorio che hanno visto colpire la sacralità di un luogo, la scuola, in cui identificano il proprio futuro, ritiene opportuno non esprimere dei giudizi di merito che anticipino i risultati delle indagini ancora in corso.

Le modalità inusuali dell’attentato e il contesto in cui esso si è svolto lasciano aperte sin’ora, a detta degli inquirenti, tutte le possibili ipotesi e riteniamo che fughe di notizie, anticipazioni ad effetto e rischio di divisioni tra gli inquirenti siano estremamente dannose per chi lavora alla ricerca della verità

L’ANPI di Brindisi ribadisce che di attentato stragista si sta parlando e rivolto contro giovanissime donne in un momento in cui i casi di violenza gratuita contro di esse sono cronaca di tutti i giorni.

Il fatto che esso si sia rivolto contro una scuola simbolo del riscatto sociale ma anche morale della nostra società spinge tutti noi a ribadire quanto sia importante la lotta per la difesa del diritto all’istruzione, alla difesa della legalità e del diritto al lavoro ma anche contro ogni tipo di discriminazione di sesso, razza e di opinione sanciti dalla nostra Costituzione.

IL COMITATO PROVINCIALE DELL’ANPI DI BRINDISI  (Brindisi 21 maggio 2012)

 

 

alcune frasi tratte dal documento dell’UdS che condividiamo:

“La violenza cieca e criminale del terrorismo ha colpito ancora. Colpisce vittime innocenti, ragazzi, studenti nella loro scuola, presidio di legalità e spazio di giustizie e libertà, luogo in cui dovrebbe nascere la speranza di un futuro migliore, e che invece oggi è stato teatro di una orribile tragedia.

Il fatto che si possa morire a scuola è per noi inconcepibile da sempre, ma il fatto che questo accada in una dinamica folle ed omicida è un dato preoccupante che non può lasciarci in silenzio. Proprio in una scuola, che ha il nome della moglie del giudice Falcone, vittima di una violenza mafiosa, proprio in contemporanea al passaggio in città della carovana antimafia. Poco importa quale sia la pista, certo è che la violenza in questi territori, nel Sud Italia, è figlia di una cultura che deve essere distrutta e cancellata.[..]

Per chi aveva dei sogni che oggi sono stati spezzati dalla follia della cieca violenza. Perché non si può morire così, entrando a scuola. Non ci faremo terrorizzare, non possiamo darla vinta a chi vuole, attraverso la violenza e il terrorismo, mettere in scacco la democrazia nel nostro Paese e mettere a rischio la vita di innocenti. Non abbiamo paura di urlare, di opporre la conoscenza e la voglia di libertà alla vile azione violenta. (Unione degli Studenti)

 

Brani tratti da: Orrore che divora figli e futuro un articolo di Benedetta Tobagi apparso su la Repubblica del 21 maggio:

“Fra tutte le azioni delittuose che gli uomini possono compiere contro altri uomini, la strage è una di quelle che più si avvicina al male radicale”, ha scritto Noberto Bobbio.[..] Qualunque sia stato il movente -rabbia, odio, frustrazione, vendetta – sfogarlo su dei ragazzini innocenti fuori da scuola spalanca un abisso. Porta in casa nostra scenari d’orrore che abbiamo conosciuto finora solo dai tragici fatti di cronaca degli Stati Uniti, con la novità della scelta molto italiana della bomba – con il sovraccarico di tensione e attenzione che tale scelta comporta nel nostro Paese, in virtù della nostra storia.[..] Si evoluto distruggere e atterrire chi più di ogni altro dovrebbe essere educato protetto e accompagnato affinché riesca a prendere in mano la propria vita, garantendo così un futuro alta società tutta. C’è forse una forma di feroce invidia da parte di qualcuno che si sente intrappolato in un orizzonte chiuso verso chi, comunque, ha di fronte a sé il mare aperto? [..]E forse , vogliamo sperare, sarà lasciata un po’ meno sola la scuola tutta, d’ora in poi. Ha perso centralità da nell’attenzione della politica. Quanto sia centrale, e cruciale, ce lo ha ricordato tragicamente la bomba di sabato.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Conclusione di Prova di Democrazia

 

Dinanzi a circa 150 studenti e professori riuniti nell’aula dell’Istituto Marconi-Flacco di Brindisi si è tenuta il 27 aprile la cerimonia conclusiva, di premiazione, del concorso indetto dall’ANPI di Brindisi, Prova di Democrazia e a cui ha collaborato l’Archivio di Stato con il patrocinio della Provincia di Brindisi, l’obiettivo educativo, sociale e civico di Prova di Democrazia,  avviata in gennaio era quello di invogliare i giovani alla memoria storica del proprio Paese e in particolare del proprio territorio, come ha ampiamente spiegato la direttrice scolastica Rosaria Maci nell’ introdurre i lavori.

Il concorso ha visto la commissione giudicatrice esaminare ben 12 elaborati dei quali due hanno ricevuto il premio ex-equo , vista la particolare bravura dimostrata dai gruppi di lavoro dei ragazzi premiati e dall’impegno dei professori,coordinati dalla socia ANPI professoressa Rosella Apruzzi.

Una premiazione che ha visto la presenza di alto valore simbolico del presidente dell’ANPI di Genova , Massimo Bisca che ,con il suo intervento particolarmente seguito dai presenti nell’aula, ha ricordato alcuni dei martiri partigiani caduti nella regione Liguria di origini pugliesi a conferma di quanto  la Resistenza sia stata una lotta di tutto il popolo Italiano del Sud e del Nord ,senza divisioni.

In particolare il presidente dell’ANPI di Genova si è soffermato sulla figura del giovane brindisino Barletta Giuseppe. morto a Sestri Levante il 18 marzo 1945. Partigiano combattente , ardito ed entusiasta che si era  nel corso di dure operazioni ed in rischiose
imprese per capacità, tenacia ed elevato senso del dovere. Che con un distaccamento, attaccato di sorpresa da rilevanti forze nemiche, opponeva disperata resistenza, animando i compagni con l’esempio e battendosi sino all’ultima cartuccia. Catturato e sottoposto ad atroci sevizie, manteneva fiero ed esemplare contegno e serenamente affrontava l’estremo supplizio nel nome degli ideali di libertà.

Massimo Bisca ha ricordato a tutti come i valori della Resistenza contenuti nella Costituzione vadano difesi e rinnovati ogni giorno con l’impegno di tutti ed in particolare dalle nuove generazioni.

Si è proceduto quindi alla premiazione , a cui è seguito un breve intervento di Oscar Pronat deportato e decorato per meriti alla lotta di Liberazione, che ha raccontato parti della sua terribile esperienza di deportato ed ha esortato agli studenti ad impegnarsi al recupero della memoria storica.

 

di seguito e più in dettaglio si pubblica il resoconto della Giuria che ha generato la premiazione di Prova di Democrazia :

 


Martedì 24 aprile 2012, alle ore 17,30, presso l’IPSSS “Morvillo Falcone”, sito in via Galanti 1, a Brindisi, si è riunita la Giuria del concorso di cui al progetto “Prova di Democrazia”, promosso dal Comitato provinciale dell’ANPI nelle scuole della città, per l’a.s. 2011-2012, per procedere alla correzione degli elaborati pervenuti e assegnare per ogni sezione i premiprevisti.

La Giuria composta da:
prof. Mario Carolla – dirigente scolastico in q. (Presidente );

prof. Mimmo Tardio – docente di letteredell’IPSSS”Morvillo Falcone” di Brindisi;

prof. Massimo Guastella – docente dell’Università del Salento di Storia dell’Arte contemporanea;

prof. Sandro De Rosa – docente di lettere di s.s. di II grado;

prof.ssa Rosa Savoia – docente di sostegno di s.s. di I grado e segretaria FLC CGIL di Brindisi;

prof. Elio Galiano – docente di Storia e Filosofia di s.s. di II grado in q.;

sig.ra Claudia Nigro – esecutivo ANPI;

dott. Francesco Mingolla – medico e Vicepresidente della Provincia;

dott.ssa Francesca Casamassima– direttrice dell’ Archivio di Stato.

Sono state previste tre sezioni così come indicato sotto:

I sezione – opera letteraria: saggio breve, articolo di giornale, racconto, poesia;
II sezione – opera artistica: pittura, scultura, grafica;
III sezione – produzione che utilizzi le capacità manuali e creative: prodotto meccanico, elettrico, multimediale;

Di tutti i lavori pervenuti da varie scuole superiori di Brindisi la Giuria dopo aver stabilito i criteri di correzione degli elaborati, aver abbinato a ciascun elaborato le buste contenente i nomi degli alunni autori degli stessi e averli tutti attentamente esaminati,  ha deciso di assegnare un premio ex equo, per la III sezione, per l’originalità, la chiarezza e l’efficacia comunicativa ai lavori multimediali prodotti dalla classe III A/Mercurio dell’I.I.S.S. “Marconi-Flacco-Belluzzi” di Brindisi, coordinatrice la prof.ssa Cesira Renna e dalla IV B Programmatori dello stesso istituto. Della classe III A/Mercurio hanno collaborato gli alunni: Chiara Milazzo, Alessia Catalano, Sara Bari, Dalila Brescia, Gaia Toraldo, Irene Pascali, Valentina Alberti, Chiara Urso, Alessia Rizzo, M. Antonietta D’Adamo, Chiara Clarizia, Sara Citiolo, Francesca Bongiorno, Stefano Brogna, Annamaria Caroli.

Della classe IV B Programmatori hanno collaborato gli alunni: Fabio Calabrese, Alessia Carinola, Simone Conti, Andrea Dell’Orzo, Noemi Felline, Roberta Guadalupi, Giulia Longo.

A loro è andato il plauso convinto della platea che ha assistito alla giornata conclusiva del progetto di venerdì 27 aprile 2012 nel corso della quale si è proceduto alla premiazione degli alunni partecipanti.

La Giuria ha evidenziato una particolare segnalazione per il lavoro prodotto, per la I sezione, dalle alunne della classe III A/O.S.S. dell’IPSSS “Morvillo Falcone” di Brindisi: Annachiara Marino, Ilaria Tamburrino, Giulia Crastolla e, per la II sezione, per il lavoro realizzato dall’alunna Noemi Felline della classe IV B Programmatori dell’I.I.S.S. “Marconi-Flacco-Belluzzi” di Brindisi.
Sono stati, inoltre, segnalati i lavori realizzati dagli alunni del Liceo scientifico “Fermi” di Brindisi: Giovanni Cancellieri (III C), Silvia Sanasi (III C), Stefano Romanelli (IV C), Ilaria De Filippis (III A), Arianna Lavino (III C), Sara Risolo (IV C).”

 

 

Per il 25 Aprile:- Itinerario urbano antifascista “resistere-pedalare-resistere: percorsi di liberazione.- spettacolo Teatrale dei Meridiani perduti “Torno subito”

 

 

25 aprile a   Brindisi con l’ANPI e la FIAB

Itinerario urbano antifascista “resistere-pedalare-resistere: percorsi di liberazione.

Quest’anno
l’iniziativa unitaria  per il 25 aprile , promossa dall’ANPI con la collaborazione della FIAB  (federazione amanti della bicicletta) si colora di novità e di spirito di ricerca storica.

Attraverso un percorso cittadino che si snoda nelle vie del centro  raggiungeremo in bici, ma anche tranquillamente a piedi,  alcuni luoghi
particolarmente significativi  per la storia democratica e antifascista della nostra città:

1)      Piazza Vittoria Alle 09,15 gli amici della FIAB  e tutti coloro che si muniranno di biciclette partiranno da Piazza della
Vittoria , partiranno dal  luogo dove il 7 dicembre 1952  l’ANPI Nazionale, alla presenza delle maggiori autorità,  pose la targa commemorativa al partigiano Vincenzo Antonio Gigante. I ciclisti raggiungeranno  Corso Roma ove fu trasferita “momentaneamente “ la targa a causa dell’abbattimento dell’edificio sui cui era apposta
2)      Luogo principale  di raduno:Corso Roma  ore 09.30 deposizione di una corona dinanzi alla lapide di Vincenzo Gigante, breve saluto da parte della presidenza dell’ANPI di Brindisi  con la richiesta a tutte le forze democratiche e antifasciste che si attivino affinché la targa
dedicata a Gigante sia spostata in un luogo più consono. Segue l’elenco di tutti i partigiani e partigiane della provincia di Brindisi che hanno
partecipato alla lotta di Liberazione.
3)      Piazza Cairoli 09.45 sosta ove fu sede del Comitato provinciale di Liberazione  di Brindisi. Saranno letti stralci  del verbale della prima  seduta del 9 agosto 1943 e l’appello lanciato ai cittadini ad  alba di libertà e di fratellanza tra i popoli. Sarà ricordato l’avv Palermo,  primo presidente del comitato di Liberazione Nazionale  brindisino ed esponente di spicco di quel gruppo di antifascisti che si opposero  per oltre venti anni al fascismo
4)      Via Palestro angolo via Mazzini ore 10.00 breve sosta dinanzi al luogo ove era ubicato lo studio dell’avv. Palermo primo segretario del CPL.
5)    Corso vUmberto angolo via Conserva ore 10.10 saluto ad Adriana Inglese “centralinista” della Resistenza. Questa tappa è dedicata alle donne che parteciparono con slancio, abnegazione sacrificio subendo anche  torture e  anche la morte (oltre 3500 le giustiziate o cadute in combattimento). La loro richiesta di avere un Italia che desse pieno titolo alla partecipazione paritetica delle donne al lavoro, alla vita sociale e politica nel nostro Paese attende ancora di essere esaudita.

6)      Corso Garibaldi angolo via Rubini ( ex vico dell’orologio)  ore 10.30 sosta dinanzi al luogo dove il 1 maggio del 1922 i fascisti locali assaltarono a colpi di pistola  il corteo pacifico di lavoratori festeggianti il 1 maggio, uccidendo . Furono centinaia i lavoratori e, sindacalisti attivisti politici uccisi dalle squadre fasciste tra il 1921 e 1922  a cui gli Arditi del popolo, ( i precursori della Resistenza partigiana ) cercarono  di opporsi tra molte ostilità e divisioni tra le stesse forze antifasciste. Parma , ma anche Bari furono esempi dove lo spirito unitario
antifascista si tramutò in organizzazione di autodifesa che respinse vittoriosamente i fascisti.
7)       Via Carlo de Marco ore 1045 omaggio ad un’eroe brindisino appena riscoperto: Marco Eftemiadi, nato a Brindisi, di origine albanese, di Valona e di lingua greca. Esempio della mescolanza tra culture e provenienze diverse, vero tesoro della gente brindisina , che diede
la sua vita da patriota , partigiano nei GAP, al fianco degli antifascisti sloveni, impiccato insieme a ad altri 43  martiri a via Ghega nel 1944 a Trieste, la stessa città fu ucciso Vincenzo Gigante.
8)   Lungomare, giardinetti del porto dalle 11.00 alle 11.30 tappa conclusiva:  lancio di fiori in mare e omaggio ai
combattenti per la libertà  e che in tanti diedero la vita in Yugoslavia, Albania , Grecia. Ricorderemo come su quel molo Vincenzo Gigante ed altri giovani socialisti ,  antimilitaristi e pacifisti  nel 1920 condussero l’ agitazione politica tra le truppe che andavano a reprimere il popolo albanese in rivolta. Una testimonianza che conferma lo spirito di  solidarietà e fratellanza tra popoli che ha sempre contraddistinto la
nostra città . Uno spirito riconfermato nel 1991 con l’accoglienza ai profughi albanesi e il nostro ostinato ricordo ogni 28 marzo delle vittime della Kater I Rades. Seguirà la lettura di alcune poesie.
Il COMITATO PROVINCIALE DELL’ANPI DI BRINDISI

fa  appello a tutti i democratici ed antifascisti, alle forze politiche e sindacali di partecipare unitariamente  all’iniziativa , dando segno della volontà comune come fu nel 1945, di ridare  speranza alla nostra città che attualmente vive un grave momento di difficoltà economica ed in attesa di avere un governo stabile e rappresentativo delle esigenze della  popolazione.

Nota. Per coloro che non possono usufruire
della bicicletta potranno comunque darsi appuntamento a corso Roma  (tappa 2)
alle 0930  per poi agevolmente
raggiungere a piedi  le tappe 3 ( Piazza
Cairoli) –5 ( C Umberto/v conserva) –6 ( corso Garibaldi/v Rubini) e 8 (
giardinetti porto )  vista la poca
distanza (qualche alcune centinaia di metri che le dividono e i tempi di
fermata stabiliti).

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“verso il 25 aprile” – Appello dell’ANPI di Brindisi- Appello ANPI Nazionale – l’ANPI è impegnata a promuovere nel territorio una serie di iniziative su temi della Liberazione

Verso il 25 aprile

L’ ANPI in questo 25 aprile fa un appello a tutte le forze politiche, sociali ed ai movimenti della città e del territorio a riscoprire i valori fondanti della Resistenza e della Liberazione necessari per  uscire dalla crisi economica e dalla crisi etica e morale da cui il Paese è tormentato.

La crisi può risolversi solo con un forte richiamo a partecipare attivamente alla promozione ed alla difesa dei valori democratici ed antifascisti, fondamentali del nostro sistema costituzionale, su questa strada può esserci il “riscatto” del Paese.
L’ ANPI in questo 25 aprile vuole ricordare la Liberazione a Brindisi con un programma denso di appuntamenti: nella prima mattinata ci troveremo sotto la Lapide di Vincenzo Gigante, assieme alle forze politiche e sociali, ai movimenti e le associazioni, democratiche ed antifasciste.

il comitato privinciale dell’ANPI di Brindisi

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