“verso il 25 aprile” Settimana della cultura, Palazzo Granafei Nervegna Mostra

Nell’ambito della Mostra  “Vento da Sud”  e  “Antonio Vincenzo Gigante nelle carte dell’Archivio di Stato”

mercoledì18 aprile alle ore 15.30 il Comune, Il comitato Provinciale dell’ANPI  e l’Archivio di Stato di Brindisi, organizzano a palazzo Granafei Nervegna sala conferenze II° piano

la proiezione del film documentario

“Prima di tutto l’uomo”

del professor Elio Scarciglia

 

 

 

17 aprile 2012, ore
18,00,  Palazzo Granafei Nervegna,  sala al piano terra

“VENTO DA SUD”      e  “ANTONIO VINCENZO GIGANTE NELLE CARTE DELL’ARCHIVIO DI STATO

Mostra a cura dell’Istituto Tecnico commerciale  “G. Marconi” e dell’Archivio di Stato di Brindisi, in collaborazione con l’ANPI  Provinciale.

Il percorso espositivo  della parte “Vento da Sud” presenta gli avvenimenti che si susseguirono nell’Italia del Sud dall’8 settembre 1943 al giugno 1944, quindi dallo sbarco degli alleati in Sicilia alla liberazione di Roma. I documenti selezionati, raccontano la guerra, le condizioni difficili delle popolazioni meridionali, le atroci rappresaglie e l’orrore delle stragi di civili commesse dai tedeschi in ritirata, ma anche i momenti di lotta e di diffusa attività anti tedesca e antifascista, come le azioni di resistenza lungo la strada che da Taranto portava a Bari, a Barletta, a S. Severo, fino alla difesa del porto barese e alla celebrazione, nel gennaio del 1944, del 1° Congresso del Comitato di Liberazione Nazionale, nel teatro Piccinni di Bari.

La sezione di documenti e fotografie “Antonio Vincenzo Gigante nelle carte della Questura di Brindisi – schedario politico” consente la ricostruzione della vita e delle persecuzioni subite dall’antifascista brindisino, medaglia d’oro al valor militare. Nato a Brindisi nel 1901, Gigante partecipò alla Resistenza al comando di formazioni partigiane nel Friuli Venezia Giulia, ma arrestato dai tedeschi per una delazione, venne torturato e poi ucciso nella
Risiera di San Sabba a Trieste.

 

la mostra sarà aperta fino al 2 Giugno 2012 (orari: tutti i giorni, 9,00 – 20,30, sabato e domenica dalle ore 9,30 alle ore 13,00 e dalle ore 16,30 alle ore 20,30)

 

Verso il 25 aprile

L’ ANPI in questo 25 aprile fa un appello a tutte le forze politiche, sociale ed ai movimenti per  uscire dalla crisi economica, ed anche dalla crisi etica e morale da cui il Paese è tormentato, essa può risolversi solo con un forte richiamo a partecipare attivamente alla promozione ed alla difesa dei valori democratici ed antifascisti, fondamentali del nostro sistema costituzionale, su questa strada può esserci il “riscatto” del Paese.

L’ ANPI in questo 25 aprile vuole ricordare la Liberazione a Brindisi con un programma denso di appuntamenti: nella prima mattinata ci troveremo sotto la Lapide di Vincenzo Gigante, assieme alle forze politiche e sociali, ai movimenti e le associazioni, democratiche ed antifasciste.

È l’occasione  per onorare assieme alla persona di Gigante, il valore della lotta di Liberazione, è compito dei democratici e degli antifascisti di far conoscere cosa è tata la Resistenza, la lotta al fascismo ed al nazismo, di  far emergere lo straordinario impegno collettivo che ha prodotto la nostra Costituzione, che deve essere difesa e valorizzata.

Bisogna ricordare tutti i combattenti della libertà e tra essi le centinaia di nostri concittadini che diedero la vita o si impegnarono per la libertà e la democrazia e mantenendo alto l’onore della terra di Brindisi ovunque essi combattessero contro il nazifascismo, sia che indossassero la divisa da militari  resistenti o quella dei partigiani o semplici cittadini che si opposero alla tirannide.

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“Brindisi dal fascismo alla democrazia” una iniziativa per “Prova di Democrazia”

“Brindisi dal fascismo alla democrazia” Incontro presso l’Archivio di Stato – 9 marzo 2012

Venerdì 9 marzo 2012 alle ore 17,00 presso la sala conferenze dell’Archivio di  Stato il prof. Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea di Bari, e Vittorio Stamerra, giornalista,hanno tenuto un incontro sul tema Brindisi dal fascismo alla democrazia, con un particolare riferimento ad Antonio Vincenzo Gigante, partigiano brindisino, medaglia d’oro al valor militare, ucciso nel 1944 nella Risiera di San Sabba a Trieste.
hanno introdotto gli interventi Francesca Casamassima, direttore dell’Archivio di Stato e Donato Peccerillo, presidente dell’ANPI di Brindisi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo ultimo fine settimana, in città, oltre che dalle varie presentazioni dei candidati-sindaco, è stato caratterizzato da una bella iniziativa, che si è tenuta nella splendida cornice dell’Archivio di Stato, venerdì 9 marzo alle 17, sul tema “Brindisi dal fascismo alla democrazia”, con
l’intervento molto atteso del prof. Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’ “Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea”, e la partecipazione del giornalista Vittorio Stamerra, da sempre interessato, anche attraverso libri e pubblicazioni, alla vita di
Gigante .

La presentazione della Conferenza è stata condotta dalla dott.ssa Francesca Casamassima, Direttrice dell’Archivio di Stato di Brindisi e dal Presidente dell’Anpi di Brindisi, Donato Peccerillo.

“L’aria del pomeriggio quasi primaverile e le sale accoglienti del luogo predisponevano all’ascolto, dopo uno sguardo alla Mostra documentaria e fotografica “Vento da Sud”,realizzata dall’”I.T.C.Marconi, con l’”Italia liberata scuole in rete” e la Sezione inedita, curata dall’Archivio di Stato, dedicata al partigiano brindisino, Antonio Vincenzo Gigante,medaglia d’oro al valor militare, ucciso nel 1944 nella Risiera di San Sabba, a Trieste, che resterà aperta ancora fino al 20 marzo, per gli studenti e i cittadini che vorranno visitarla.
Per il Progetto “Prova di Democrazia”, promosso dall’ Anpi di Brindisi, incollaborazione con l’Archivio di Stato di Brindisi e con il patrocinio della Provincia, rivolto soprattutto alle scuole della città, l’incontro di venerdì scorso è stato un momento centrale di crescita civile e culturale.
Il pubblico assai variegato formato da cittadini, docenti, curiosi, studiosi, una delegazione di studenti della 4 B Programmatori dell’ “I.I.S.S.Marconi-Flacco-Belluzzi” , si è trovato a confrontarsi con una narrazione profonda e stimolante della nostra storia, che metteva in risalto l’importanza di Brindisi e del Sud nelle vicende storiche dell’antifascismo e della costruzione della democrazia nel corso del ‘900 italiano.
Il senso dell’iniziativa non era “rievocare”,in modo nostalgico memorie lontane ma rendere giustizia a verità storiche poco studiate e spesso non valorizzate, riprendere il filo democratico della storia locale, attraverso i documenti, le immagini, gli eventi, le persone che a Brindisi hanno combattuto il fascismo, sin dagli anni ’20, dalle prime manifestazioni contro la guerra, quando proprio dal nostro porto partivano navi cariche di armi, dalle iniziali organizzazioni del movimento operaio e socialista che da Brindisi si diffondevano poi a Taranto, Mesagne, Oria, Ceglie, fino a delineare un percorso significativo dell’antifascismo brindisino, come risulta dalla intensa vita di lotta , come grande dirigente comunista e della Resistenza di Antonio Vincenzo Gigante, e dai documenti che attestano l’impegno antifascista di altri protagonisti come
Andriani , Santacesaria, Patrono, Ricci, Sardelli, solo per nominarne alcuni.
Inoltre a Brindisi come in Puglia e nel Meridione dal 1943 al 1944 si è lottato duramente contro i tedeschi in ritirata, con opposizioni popolari spontanee, antifasciste e antitedesche , e contro la popolazione, come a Bitetto, a Barletta, a Cerignola, si sono scatenate violente rappresaglie dei nazifascisti. D’altro canto, la città subiva le gravi conseguenze della guerra, la miseria, lo sbandamento, vissute da tutti i cittadini ma soprattutto dai tanti giovani brindisini mandati a morire fuori dall’Italia,e ritrovatisi poi, nell’inferno di Cefalonia, in Grecia, nei Balcani. Dal ’43 al ’46 si cercava, in città, di ricostruire un minimo di vita civile e di libertà dopo la caduta del fascismo, con le riunioni del Comitato di Liberazione, con la pubblicazione di riviste come “Nuovo Risorgimento”, animata dai forti ideali democratici di Beppe Patrono, nonostante la presenza del governo Badoglio e del re, prima qui a Brindisi e poi a Salerno, non abbia certo favorito le istanze di rinnovamento.
E’ emersa,quindi, la necessità di approfondire maggiormente il periodo che va dal ’43 al ’46, anche perché la ricerca storica si sta avvalendo di un’ ampia mole di documenti finora non selezionati ,che riguardano il periodo della nascita della democrazia a Brindisi e nel Sud, con un seminario di studio adeguatamente preparato e organizzato.
D’altro canto, resta fondamentale il confronto con i cittadini e in particolare con i giovani e gli studenti su tali vicende storiche, per la scoperta e il recupero della memoria storica, perché sia conosciuta, condivisa, resa attuale. In tal senso ,nelle scuole che aderiscono al progetto “Prova di democrazia”, si stanno sviluppando itinerari formativi per affermare pienamente i valori di uguaglianza, di libertà, di rispetto per la persona, di solidarietà, di pace che sono alla base dei principi della nostra Costituzione democratica, nati appunto nel corso della Resistenza e della lotta al nazi-fascismo.” (di Rosella Apruzzi)

 

per “Prova di Democrazia” II^ edizione della mostra documentaria Vento da Sud con una sezione dedicata a Antonio Vincenzo Gigante

l’ANPI  e l’Archivio di Stato di Brindisi  hanno organizzato la II° edizione della mostra documentaria “Vento da Sud” con la sezione inedita “Vincenzo Gigante nelle carte  della Questura di Brindisi – Schedario politico”

l’iniziativa è presso la Sala mostre dell’Archivio di Stato – piazza Santa Teresa, 4, per il periodo dal  22 febbraio sino al 20 marzo 2012, con l’orario di apertura dalle 9.00 alle 12.30 (escluso i festivi)

 La mostra è nell’ambito del progetto “Prova di Democrazia”, iniziativa promossa dall’ANPI provinciale nelle scuole di Brindisi per l’anno scolastico 2011- 2012, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Brindisi e con il patrocinio della provincia di Brindisi.

 “Prova di Democrazia” è incentrata sulla memoria della rinascita della democrazia in terra di Brindisi e degli uomini e le donne che vi contribuirono, a partire da Vincenzo Gigante, brindisino, partigiano, medaglia d’oro al valor militare.

 

 
 
 
 
 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

                           

 

Viene  riproposta la mostra documentaria e fotografica VENTO  DA  SUD, realizzata nel 2004 dall’I.T.C “G. Marconi” di Brindisi e da istituti scolastici di altre regioni, per l’“Italia liberata – Scuole in rete”, con il coordinamento del prestigioso Istituto “Albe Steneir” di Torino. Il percorso espositivo presenta gli avvenimenti che si susseguirono nell’Italia del sud dall’8 settembre 1943 al giugno1944, quindi dallo sbarco degli alleati in Sicilia alla liberazione di Roma. Gli oltre 300 documenti selezionati, proposti in tredici pannelli, raccontano la guerra, le condizioni difficili delle popolazioni meridionali, le atroci rappresaglie e l’orrore delle stragi di civili commesse dai tedeschi in ritirata, ma anche i momenti di lotta e di diffusa attività anti tedesca e antifascista, come le azioni di resistenza lungo la strada che da Taranto portava a Bari, a Barletta, a S. Severo, fino alla difesa del porto barese e alla celebrazione, nel gennaio del 1944, del 1° Congresso del Comitato di Liberazione Nazionale, nel teatro Piccinni di Bari.

La sezione di documenti e fotografie Vincenzo Gigante nelle carte della Questura di Brindisi – Schedario politico, a cura dell’Archivio di Stato, propone documentazione rinvenuta nell’archivio storico della Questura di Brindisi, depositato presso l’Istituto e attualmente oggetto di ordinamento ed inventariazione.

 Il fascicolo dello schedario politico su Gigante contiene la corrispondenza, le foto segnaletiche, gli atti amministrativi e giudiziari, spediti dalle altre questure a quella di Brindisi e consente una ricostruzione della vita e delle persecuzioni subite dall’antifascista.

Antonio Vincenzo Gigante, nato a Brindisi nel 1901, dove aveva iniziato la sua formazione politica, a vent’anni si era trasferito a Roma per lavorare come muratore cementista. Era diventato sindacalista e sostenitore delle lotte degli edili, aveva poi aderito al partito comunista, divenendone organizzatore in clandestinità. Arrestato nel 1934, veniva condannato a vent’anni di reclusione e poi confinato a Ustica. Dopo l’8 settembre partecipava alla resistenza, al comando di formazioni partigiane nel Friuli Venezia Giulia, ma arrestato dai tedeschi, per una delazione, veniva torturato e poi ucciso nella Risiera di San Sabba.

Il nucleo più significativo della sezione documentaria è costituito dalle copie delle lettere che Vincenzo Gigante inviava alla madre Concetta, residente a Brindisi e qui costantemente controllata dalla questura, e ad altri socialisti brindisini, come Beniamino Andriani. Vengono presentate, inoltre, una lettera autografa della moglie Wanda e le foto originali della cerimonia di commemorazione, svoltasi a Brindisi nel 1952, alla presenza di Umberto Terracini.

L’ANPI di Brindisi,  in occasione della Mostra che riporta una serie di fotografie del 7  dicembre 1952 ( data della inaugurazione della lapide commemorativa di Vincenzo Gigante in Piazza Vittoria) ha chiesto alla figlia Miuccia Gigante una memoria  che riportiamo:

“Venni a Brindisi la  prima volta nel dicembre 1952 in occasione della posa della lapide in memoria di mio padre: avevo 20 anni. Il discorso commemorativo l’ha tenuto Umberto Terracini, un amico che si era impegnato, una volta finita la guerra , nella ricerca di notizie su Gigante che aveva conosciuto intorno agli anni ’20 a Roma e poi rivisto in carcere a Civitavecchia.

Terracini l’avevo conosciuto a Lugano nel ’43 mi aveva parlato a lungo di mio padre e nelle sue parole sentivo l’affetto e la stima che provava per lui.

Di conseguenza la presenza a Brindisi di Terracini mi era di conforto perché immaginavo non facile questo soggiorno nella città dov’era nato mio padre.

Ero combattuta fra l’orgoglio di figlia nel vere onorata la memoria del padre e temevo di apparire fragile e poco degna di essere figlia di questo uomo considerato da tutti i presenti nella piazza affollata, un eroe.

Ascoltando le parole di Terracini guardavo mia madre come se la vedessi per la prima volta, sentivo di amarla non solo con l’affetto di figlia, ma con il rispetto che si deve a una donna che vede troncare i propri sogni per vivere di una memoria dalla quale non si sarebbe mai allontanata.

Ascoltavo Terracini e vedevo formarsi in me, in maniera sempre più forte e precisa la figura di mio padre, le sue parole entravano in me e arricchivano quello che già sapevo di lui, lo “costruivano” e lo facevano un uomo vivo, forte, coraggioso, ricco di valori …  ed io ero sua figlia.

Mi coglieva anche un altro sentimento, quello di essergli stata vicina solo con il pensiero, di non aver diviso con lui tutte le sue sofferenze, di aver vissuto un’infanzia e una adolescenza  dovve tutti mi circondavano d’affetto mentre lui soffriva solo le più atroci torture sino alla morte.

Ho capito quel giorno, fra tutta quella gente che sentivo così vicina, quanto dovevo essere  orgogliosa di essere la figlia di Vincenzo Gigante.

Miuccia Gigante”

Le foto di quel 7 dicembre ’52:

 

 

 

 

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“Prova di Democrazia” è finalmente partita

Aggiorniamo sul Progetto dell’ANPI di Brindisi “Prova di Democrazia”, seppure con ritardo, causato dalla priorità, da noi scelta ,al “Giorno della Memoria”. 

L’inziativa  ha preso l’avvio lunedì  23 gennaio, presso l’Auditorium del Liceo “E.Palumbo” dove numerosi studenti e docenti hanno partecipato all’evento.

 Prova di Democrazia è promossa  dall’ ANPI provinciale  nelle scuole della città , con il patrocinio della Provincia di Brindisi ed in collaborazione  con l’Archivio di Stato di Brindisi nell’anno scolastico 2011-2012.

Nella giornata del 23 gennaio ha introdotto i lavori il dirigente scolastico ( in alri tempi si sarebbe detto preside) del liceo “Palumbo” di Brindisi, il professore Vincenzo Antonio Micia.

«I ragazzi hanno accolto con favore questo progetto che portiamo avanti già da un po’ e che li porta a studiare dettagliatamente i momenti salienti di quello che fu il movimento di opposizione e resistenza delle masse italiane, pugliesi e brindisine , sino alla  lotta partigiana contro il potere fascista e per la democrazia, [..] il 150° anniversario della unità d’Italia è stata l’occasione per mettere in evidenza il passaggio dalla dittatura alla democrazia e dunque non ci si poteva esimere dall’entrare nel profondo della storia e delle persone che hanno voluto questo cambiamento. E la storia antifascista e  partigiana si è fatta anche qui in Puglia per mano di uomini proprio come Vincenzo Gigante»

Altri interventi hanno messo in evidenza le ampie radici locali dell’opposizione al fascismo, facendo riferimenrto ai moltissimi provvedimenti repressivi del regime fascista contro l’opposizione popolare in terra di Brindisi, di cui vi è traccia, nel Casellario Politico Centrale, le decine di provvedimenti di confino, di operai, braccianti ed artigiani locali confermano la natura popolare in Puglia dell’opposizione antifascista.

Inoltre, assieme alla figura emblematica di Vincenzo Gigante, si sono ricordati i primi fermenti democratici a Brindisi,  già  il 9 agosto del 1943  si era costiuito in città  il Comitato Provinciale di Liberazione.

Particolarmente significativo è stato l’intervento della Direttrice dell’Archivio di Stato, D.ssa Francesca Casamassima che ha ribadito la disponibilità dell’istituzione  a collaborare con l’ANPI al progetto “Prova di Democrazia”, ha comunicato che ospiterà  nei locali dell’Archivio, presso piazza Santa Teresa, entro il mese di febbraio, la mostra   “Vento da Sud” integrata da una documenti in possesso dell’Archivio e da novità  che sicuramente daranno un contributo originale all’avvenimento della Mostra.

 

 

 

 

 

Un particolare ringraziamento va ai docenti iscritti e simpatizzanti dell’ANPI di Brindisi che hanno reso possibile la realizzazione della prima iniziativa di “Prova di Democrazia” e che collaboreranno con gli studenti nel persorso.

                                                                                                                                                                                                                       

Hanno partecipato all’iniziativa di giorno 23 gennaio diversi studenti e docenti  dell’ Istituto tecnico commerciale “Marconi –Flacco-Bellizzi”, del Liceo  delle sciene umane e linguistico “Palumbo”, dell’Istituto Tecnico statale  – trasporti e logistica , Nautico e Aeronautico, dell’Istituto Professionale  statale per i sevizi sociali “F. L. Morvillo”, e del Liceo Scientifico “Fermi”.

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NO alla Sala di Rappresentanza del Comune titolata a Manco

L’ANPI  Provinciale di Brindisi si fa promotrice dell’appello col quale si richiede che il Commissario Prefettizio receda dalla sua decisione di intitolare la sala di rappresentanza comunale a Clemente Manco.

 

APPELLO

NO ALLA SALA MANCO

Appello ai cittadini di Brindisi, a tutti i partiti  e le forze politiche democratiche, ai sindacati,   alle associazioni e alla  società civile di questa città,

Non è rispettoso dei condivisi principi di democrazia e di vivere civile,  contenuti nella Costituzione che è legge da cui trae fondamento la nostra Repubblica, intitolare la sala di rappresentanza comunale nella sede di Palazzo Nervegna, ad una persona quale Clemente Manco che sempre si è considerata fascista, in  coerenza con la sua adesione alla repubblica di Salò e  al governo “fantoccio” creato dagli occupanti nazisti, pieno di assassini, avventurieri e criminali di guerra.

Non è corretto titolare una sala del nostro Comune ad un uomo che si è sempre schierato contro tali principi fondamentali e condivisi e che,  anzi,  negli anni successivi alla caduta del regime fascista, spesso per ragioni di ordine politico ne ha fatto apologia, avendo in spregio i valori della Costituzione democratica e antifascista  e della Repubblica.

Non è stato riguardoso dei brindisini e della tradizione di procedure democratiche trasparenti, il metodo del sindaco uscente Domenico Mennitti che, senza nessuna vera consultazione democratica, ha formulato la “intitolazione” , condizionando  la susseguente delibera del commissario e  mostrando di non essersi mai del tutto allontanato dalla formazione politica di provenienza ( la stessa di Manco).

Non si può  paragonare la storia politica di Manco a quella, per esempio,  del partigiano Vincenzo Gigante  o delle tante  personalità democratiche locali che contribuirono nel primo dopoguerra alla ricostruzione politica, economica e sociale della città,  quali  Francesco Lazzaro, Vittorio Palermo,  Guglielmo Cafiero,Donato Ruggiero, Pietro Sala, Giovanni Stefanelli, Felice Assennato, Arturo Sardelli, Beniamino Andriani , Antonio Caiulo e che, avendo contribuito all’onore e all’orgoglio di Brindisi, sarebbero degne che gli si intitoli quella sala o altri luoghi pubblici.

 

A nome di tutta la città di Brindisi, si chiede  che il Commissario prefettizio receda dalla sua decisione.

 

Aderiscono e promuovono l’appello dell’ANPI di Brindisi: 

CGIL, CISL, COBAS, Partito Democratico, Rifondazione Comunista, SEL, Brindisi Bene Comune, associazione Guido Rossa, No Carbone , Rinascita Civica Brindisina, Assonova, Archivio storico B. Petrone, circolo D. Valletta, Associazione Io Donna,

Adesioni on line: anpibrindisi@libero.it

Benedetto Petrone e il nuovo antifascismo

Il 28 novembre 1977 Bari perse la sua innocenza. Un omicidio politico – il primo consumatosi sotto gli occhi della generazione di baresi cresciuti negli anni ‘50 e ‘60 – sfatò per sempre il mito della città tranquilla, immersa nei commerci, aliena dai conflitti e dalla violenza. L’antifascismo barese ebbe un caduto: il diciottenne Benedetto Petrone, ucciso dai neofascisti e destinato a diventare un’icona delle lotte giovanili dei tempi seguenti. Ed ebbe un movimento popolare da gestire, da indirizzare: decine di migliaia di operai, impiegati, studenti, che nei giorni e nelle settimane dopo l’assassinio scesero in piazza quasi a materializzare una Bari antifascista di cui, fino a quel momento – dopo gli episodi di resistenza e di sangue risalenti al lontano 1943 – sembravano essersi perse le tracce. Quel nuovo movimento antifascista travalicò i confini tradizionali della sinistra, per investire fasce popolari ampie, il sindacato cattolico, il mondo del giornalismo e la stessa moderatissima «Gazzetta del Mezzogiorno», smuovendo pure il consiglio comunale e qualche personalità democristiana. Si badi bene: il movimento antifascista, cioè l’antifascismo come protesta, sdegno, azione concreta e militante; laddove l’antifascismo barese tradizionale (ma anche quello italiano) era stato vissuto in maniera intermittente, e spesso ridotto – al di fuori della sinistra organizzata – a vuota dichiarazione di principio, priva di conseguenze pratiche.

Bari stava cambiando? O era soltanto “un’altra” città che insorgeva, sull’onda dell’indignazione per un delitto brutale? Certo, si trattava di una minoranza sebbene cospicua; ma una minoranza che, prendendo coscienza – come sempre avviene nelle accelerazioni della storia – scopriva improvvisamente di non essere marginale; si sentiva grande e forte delle proprie ragioni. Nei tempi brevi, però, ad averla vinta fu  la “vecchia” Bari: quella del blocco edile, della borghesia bottegaia, del moderatismo benpensante. Essa seppe attendere che la rivolta popolare rifluisse; riordinò le sue file, da un lato salvando i neofascisti colpevoli del delitto (la sentenza del processo dette loro ragione, individuando un singolo capro espiatorio), dall’altro avviando la denigrazione della figura di Petrone. Soprattutto, seppe impedire che da un’inaudita presa di coscienza collettiva potessero nascere un’alternativa politica e una diversa ipotesi di alleanze sociali. Cosicché la Bari degli anni ’80 visse la rivoluzione passiva del craxismo (nel frattempo era morto anche Moro), che aprì la strada perfino all’ingresso, nell’amministrazione cittadina, degli eredi di chi era responsabile politico, morale e forse anche materiale dell’omicidio Petrone.

Nei tempi lunghi, si può invece affermare che il movimento antifascista barese del ’77 ha lasciato un segno e ha gettato un seme fecondo. La memoria di Benedetto Petrone – di una figura limpida di giovane impegnato contro le ingiustizie, per una città migliore – ha “lavorato” in profondità, contribuendo a formare non poca parte delle giovani generazioni. La coscienza antifascista, alimentata e arricchita dalla memoria storica, è stata un elemento costitutivo della cultura politica che ha accompagnato lo stesso rinnovamento civile della città di Bari e della Regione Puglia negli anni 2000: un dato innegabile anche se non privo di contrasti e non acquisito definitivamente una volta per tutte. Quella pagina così drammatica e cruciale va giustamente ricordata con un sentimento di partecipazione attiva, in quanto rappresenta in qualche modo un nervo scoperto, un nodo analitico e problematico della vicenda storica recente, intorno al quale non s’è aggregata una memoria condivisa: anche se – e questo è straordinariamente positivo – essa è stata pienamente assunta nell’agenda ufficiale dell’Anpi e delle istituzioni locali, in quanto momento esemplare del “nuovo antifascismo”, cioè della resistenza contro le strategie antidemocratiche che si sono avvalse del neofascismo in tutte le sue forme.

Pasquale Martino)

 

 

 
 
 
 
 
 
Le iniziative per ricordare Benny:
 

 

                                                                Bari, 28 novembre 2011

L’Amministrazione Comunale  in collaborazione con il Comitato Benedetto Petrone e l’ANPI,  intende ricordare, con la deposizione di una corona, il 34° anniversario della scomparsa di Benedetto Petrone.

La cerimonia si svolgerà lunedì 28 novembre prossimo in due distinti momenti:

alle ore 10.30 in Via Benedetto Petrone, presso la targa stradale;

alle ore 10.45 in piazza Libertà presso la lapide commemorativa.

A seguire, presso la sala Consiliare “E. Dalfino” di Palazzo di Città, avrà luogo la proiezione di una sintesi ragionata, curata dalla regista Cecilia Mangini, del documentario storico del 1961 “All’armi siam fascisti!”, introdotta dal Prof. Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’IPSAIC.

Manifestazione 28 Novembre 2011 ore  17:30 P.za Umberto – BARI… con Benedetto Petrone nel cuore … Corteo indetto dai movimenti giovanili antifascisti

 Brindisi 26 novembre

BRINDISI: sabato 26 novembre · 17.30 – 20.30 via Umbria 24 alle ore 17,30

proiezione del Film-inchiesta “Benny vive!”

 L’ANPI di Brindisi, grazie al regista Francesco Lopez, nel corso della serata dedicata alla campagna nazionale per il nuovo tesseramento e divulgazione delle attività dell’ANPI, proietterà  per la prima volta in città il film “Benny vive”, a  cui farà seguito un dibattito .

Il film-inchiesta di Francesco Lopez, regista barese.

E’ un film che parla non solo della tragica fine di un giovane di 17 anni, iscritto alla FGCI, per mano di una squadraccia di neofascisti baresi in quella notte del 28 novembre1977, ma anche dei sogni, delle speranze e  delle lotte di Benedetto ”Benny” e dei suoi compagni della Bari vecchia, un quartiere abitato da una umanità scomoda agli occhi di quella  “Bari bene”  che sognava la speculazione edilizia e l’espulsione dei “proletari” da esso per farne una lucida vetrina simile a quelle lussuose di via Sparano.

I neofascisti baresi in quegli anni erano il braccio armato di questo disegno.

Il film fa parlare direttamente, con il metodo dell’intervista, i soggetti coinvolti da entrambi i fronti  e mette a nudo aspetti non secondari della vicenda, come la frequentazione di Piccolo, l’unico condannato tra i missini, con le cellule neofasciste presenti a Brindisi e collegate con le stragi che hanno insanguinato il nostro paese negli anni 70 e 80, o i campi paramilitari pugliesi dove ci addestrava al colpo di Stato, o ancora il ruolo dei mazzieri di Taranto, poi riciclatisi nelle liste civiche che li portarono al governo di quella città negli anni 90.

Nel  film si  narra del fiume di operai della zona industriale di Bari e di giovani  studenti e gente del quartiere di Bari vecchia che, la mattina seguente all’assassinio di Benedetto, decise di chiudere definitivamente, con l’azione diretta i luoghi e le sedi dei fascisti.

Un film per ricordare,  ma anche trarre motivo di sentire in noi sempre vivi i motivi della Resistenza al Fascismo vecchio e nuovo, ad ogni forma di intolleranza, razzismo, xenofobia, all’uso della violenza come forma di imposizione ideologica e attacco ai valori della nostra Costituzione. 

 Quella pagina così drammatica e cruciale va giustamente ricordata con un sentimento di partecipazione attiva, in quanto rappresenta un nervo scoperto, un nodo analitico e problematico della vicenda storica recente, intorno al quale non s’è aggregata una memoria condivisa: anche se – e questo è straordinariamente positivo – essa è stata pienamente assunta nell’agenda ufficiale dell’Anpi e delle istituzioni locali, in quanto momento esemplare del “nuovo antifascismo”, cioè della resistenza contro le strategie antidemocratiche che si sono avvalse del neofascismo in tutte le sue forme.

L’ANPI di Brindisi è convinta che la coscienza antifascista, alimentata e arricchita dalla memoria storica, è stata un elemento costitutivo della cultura politica che ha accompagnato lo stesso rinnovamento civile della città di della Puglia negli anni 2000.

 

a  

marcia della Pace a Brindisi

Quotidiano 26 settembre 2011

il 25 settembre in città sono stati  in molti a seguire in corteo le bandiere arcobaleno, in un’assolata
domenica, dove tanti, insegnanti, volontari, comuni cittadini e alunni delle scuole elementari e medie di Brindisi hanno preferito questa marcia a godersi un giorno festivo comodamente a casa o magari al mare.

“Questa è solo la prima edizione” ha dichiarato soddisfatta la dirigente scolastica del secondo
circolo di Brindisi che ha organizzato questo spazio di riflessione e di mobilitazione, che ha coinvolto la comunità scolastica, e numerose associazioini  religiose e civili.

Alla Marcia della pace a Brindisi, hanno aderito, il Comune di Brindisi,  le Acli, l’Arcidiocesi di Brindisi e Ostuni, l’associazione di fotografi Cantierimmagine, l’associazione vigili del fuoco, l’associazione di volontariato Csv Poiesis, l’Avis di Brindisi, la biblioteca
arcivescovile De Leo, la chiesa greco-ortodossa, la comunità Baha’I, la comunità buddhista facente capo al-
l’istituto italiano buddista Soka Gakkai e la comunità valdese, le scuole della città come la “Salvemini” e la “Virgilio”, la “Tavola della Pace” e l’Ufficio Migrantes.

la manifestazione è stata una grande festa di colori e canti che si è snodata per le strade del centro a partire da via Ferrante Fornari (sede del circolo scolostico promotore), per proseguire in direzionepiazza Vittoria, fino a Corso Garibaldi e piazza Vittorio Emanuele II,percorrendo il lungomare Regina Margherita e arrivare alla tappa conclusiva in piazzale Lenio Fiacco dove la scalinata si è ricoperta di bambini e adulti e tutti insieme hanno ascoltato i messaggi per la pace scritti dagli alunni. Ad accompagnare questo spettacolo le note della banda musicale scolastica.

L’Anpi provinciale di Brindisi ha aderito senza indugi alla marcia della pace indetta dal 1° circolo didattico della San Lorenzo.

 Nel corteo partito dalle sede del circolo, proseguendo poi per via Fornari e le vie del centro, l’Anpi ha esibito il proprio striscione, invitando a partecipare soci e simpatizzanti. «Ricordiamo che quest’anno è il 50esimo della marcia della Pace Perugia-Assisi – hanno ricordato i partigiani – e l’Anpi Nazionale alla marcia di Perugia è presente con delegazioni da tutta Italia e in testa al corteo saranno portati alcuni cimeli-ricordi dei fratelli Cervi, compreso il famoso mappamondo».

ANPI Brindisi comitato provinciale

Ai soci ANPI della provincia di Brindisi:

 convocazione straordinaria soci ANPI provincia di  Brindisi

 

L’ANPI di Brindisi dopo il  successo della campagna referendaria anche sul territorio brindisino, convoca una riunione  dei soci ANPI di Brindisi e Provincia , venerdì 17 giugno 2011 alle ore 18,30 presso la sede ANPI di Brindisi in via UMBRIA n 24 (rione Commenda) sui seguenti temi:

 

1)analisi e valutazioni del risultato referendario e valutazioni sull’impegno profuso dai nostri soci per tale obbiettivo.

 

2) proposte su come proseguire tale impegno nelle forme di resistenza presenti sul territorio o di stimolazione di formazione di coscienza resistenziale e partecipativa alla vita pubblica  dei cittadini.

 

3)discussione di un ipotesi di programma di attività dell’ANPI  provinciale Brindisi per la seconda parte dell’anno.

 

4) varie ed eventuali

il presid Comitato provinciale  ANPI Brindisi

Donato Peccerillo

Appello per il 25 Aprile

Appello per il 25 Aprile

Dedichiamo questo 25 Aprile festa della Liberazione in memoria di Vincenzo Gigante nostro concittadino  operaio, organizzatore e partigiano.

È l’occasione  per onorare assieme al valore e alla persona di Gigante, il valore della lotta di Liberazione, è  compito dei democratici e degli antifascisti di far conoscere cosa fu la Resistenza, la lotta al fascismo ed al nazismo, di  far emergere lo straordinario impegno collettivo che ha prodotto la nostra Costituzione, che deve essere difesa e valorizzata.

È questa l’occasione per levare alto un grido di protesta, contro  il degrado che è sotto gli occhi di tutti.

I continui attacchi alla magistratura, alla corte costituzionale, alla scuola pubblica, in un clima di perenne di demagogia, di razzismo xenofobo e disinformazione, sono preoccupanti segnali di una pericolosissima deriva della democrazia.

È necessario svolgere mobilitazioni democratiche, in modo che  da tutte le piazze del Paese emerga con chiarezza la forza della democrazia e la volontà popolare di salvaguardarla, proprio nel momento in cui ricordiamo i tanti caduti per la Libertà, che certo non sognavano un Paese come questo.

Facciamo appello a tutti i partiti , i movimenti e le associazioni democratiche per un 25 aprile Unitario e Democratico.

Per queste ragioni raduniamoci  lunedì alle 9,30 presso la lapide commemorativa di Vincenzo  Gigante per una breve cerimonia democratica.

ANPI Brindisi  21/04/2011

Rassegna stampa

Quotidiano

Gazzetta del Mezzogiorno

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