Garibaldi, Angelo Rocco
antifascista conf.
di Umberto e di Scrascia Arcangela, n. a Torre Santa Susanna (BR) il 29 novembre 1894, res. a Brindisi, coniugato, falegname, antifascista.
Arrestato il 29 luglio 1930 per avere pronunziato frasi contro il regime.
Assegnato al confino per anni tre dalla CP di Campobasso con ord. dell’11 settembre 1930.
Sede di confino: Lipari. Liberato il 12 novembre 1932 nella ricorrenza dei decennale.
Periodo trascorso in carcere e al confino: anni due, mesi tre, giorni 15.
Numerasi precedenti penali, specie per reati contro la proprietà.
Trasferitosi per lavoro da Brindisi a Campobasso, venne arrestato perche rivolgendosi al calzolaio del luogo, Rodolfo Graziano, pronunciò le seguenti frasi: «In Andria ho sentito dire che sono state trovate scritte sui muri e manifesti affissi in cui è detto: abbasso Mussolini, evviva la guerra, evviva
il principe ereditario. Se effettivamente dominasse il principe ereditario sarebbe meglio per noi, in quanto che non vi sarebbero sfruttatori intorno a lui come attualmente che, oberati come siamo di tasse, non si può vivere più; anche in provincia di Salerno si è verificato lo stesso fatto. Tutto questo
perché uccisero Matteotti, caso contrario per noi sarebbe stato molto meglio. Ormai è inutile illudersi perché la rivoluzione non è lontana ed avverrà fra 50 giorni essendovi un forte partito che lavora per il principe ereditario ».
A Lipari fu tratto in arresto e condannato con sentenza dell’8 agosto 1931 a 27 giorni di reclusione per lesione e contravvenzione agli obblighi.
(b. 457, cc. 38, 1930-1932).
[ Massara 1991]
Fonti:
[Confinati politici] Archivio centrale dello Stato, Confinati politici
[Massara 1991] Il popolo al confino - La persecuzione fascista in Puglia