Pronat, Oscar
Pronat Oscar partigiano, nasce a Brindisi il 25 novembre 1923, dopo vari mestieri, compiuti 18anni si arruola in Marina con l’entusiasmo della nuova esperienza e con la grande aspettativa di migliorare la propria vita con la divisa.
Dopo il corso di motorista navale richiese di essere destinato al 12°gruppo di sommergibilisti. L’8 settembre 1943, dall’isola di Scoglio Olive, base dei sommergibili, da un comunicato radio del nuovo capo del Governo fascista Badoglio, apprende che la guerra contro Americani, Inglesi e Francesi era terminata e che si sarebbe continuato a combattere contro i Tedeschi qualora avessero invaso l’Italia.
Questa notizia fece scoppiare il caos specialmente negli ambienti militari, non c’erano più ordini precisi e si dette luogo ad una vera e propria carneficina.
Così il Nostro si imbarcò sulla nave “Eridania”, che dirigendosi verso Taranto fu attaccata dagli aerei “Stuka” che imposero un cambio di rotta. Sbarcato a Fiume fu arrestato dai soldati del Generale Gambara, un italiano schieratosi con i Tedeschi e a questi fu consegnato il 14 Settembre 1943. Fu portato a Venezia dove i tedeschi gli chiesero di combattere a fianco del loro esercito ed al suo rifiuto fu caricato insieme ad altri, su treni del bestiame , e dopo due giorni giunsero a Furstenberg-Oder in Germania.
A piedi , camminando nella neve , raggiunsero il “lager 3b”coperti da sputi ed insulti. Furono spogliati contrassegnati con un numero. Oscar Pronat era il n° 310584.
Dopo gli strazi fisici e psicologici , nell’Aprile 1945 , approfitta del caos dei bombardamenti e scappa rifugiandosi in uno scantinato sepolto dalle macerie di un palazzo. I soldati russi lo trovarono e lo lasciarono andare in un salvacondotto.
A 21 anni ritorna nella sua città e cerca di ricostruire la sua vita.
L’ANPI di Brindisi si unisce al dolore della famiglia di Oscar Pronat, dei compagni, degli amici e di quanti per l’intera sua vita di combattente per la libertà, lo hanno amato e stimato. Oscar Pronat era uno dei più apprezzati e stimati iscritti della nostra Associazione.
Figura storica del Pci brindisino Oscar, è stato consigliere comunale (per due mandati), segretario del Sindacato postelegrafonici della Cgil-Fip. La sua è stata una vita dedicata all’antifascismo militante e alla lotta per la democrazia. E’ stato internato nei lager nazisti, patriota col compagno Gigante in quel di Trieste nel 1944. Questa sua terribile e coraggiosa esperienza di vita ha ispirato un lavoro teatrale, “Italiano, prigioniero sono” solo pochi anni fa andata in scena nel Nuovo Teatro Verdi di Brindisi tra la commozione generale. Nacque a Brindisi il 25 novembre 1923. A 18 anni si arruolò in Marina. Dopo il corso di motorista navale richiese di essere destinato al 12°gruppo di sommergibilisti. L’8 settembre 1943, dall’isola di Scoglio Olive, base dei sommergibili, da un comunicato radio del nuovo capo del Governo fascista Badoglio, apprese che la guerra contro americani, inglesi e francesi era terminata e che si sarebbe continuato a combattere contro i tedeschi qualora avessero invaso l’Italia. Questa notizia fece scoppiare il caos specialmente negli ambienti militari, non c’erano più ordini precisi e fu carneficina.
Così Oscar si imbarcò sulla nave “Eridania” che, dirigendosi verso Taranto, fu attaccata dagli aerei “Stuka” che imposero un cambio di rotta. Sbarcato a Fiume fu arrestato dai soldati del Generale Gambara, un italiano schieratosi con i tedeschi e a questi fu consegnato il 14 Settembre 1943. Fu portato a Venezia dove i tedeschi gli chiesero di combattere a fianco al loro esercito e, al suo rifiuto, fu caricato insieme ad altri su treni della deportazione. Dopo due giorni giunse a Furstenberg-Oder in Germania. A piedi, camminando nella neve, raggiunse il “lager 3b”coperto da sputi ed insulti. Fu spogliato e marchiato con il numero 310584.
Dopo gli strazi fisici e psicologici, nell’aprile 1945 approfittando del caos provocato dai bombardamenti, scappò rifugiandosi in uno scantinato sepolto dalle macerie di un palazzo. I soldati russi lo trovarono e gli fornirono un salvacondotto. A 21 anni tornò nella sua città che oggi lo piange e lo celebra.
L’ANPI Brindisi